Il piano industriale di Italiaonline e i 400 licenziamenti sono congelati per tre settimane. Questo il risultato dell'incontro che si è tenuto oggi (martedì 20 marzo) a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, tra azienda, sindacati, governo ed enti locali. 'Il ministro Carlo Calenda ha ottenuto il congelamento del piano e delle relative conseguenze'', ha detto il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino alla fine del vertice: "E' una fase interlocutoria. C'è un impegno per un percorso che inizia già da lunedì 26 marzo per verificare il piano industriale. Ci siamo dati tre settimane di tempo, e si stanno già facendo le verifiche su modalità e tempistiche della cassa integrazione. Si capirà subito le intenzioni dell'azienda: se vuole solo allungare il brodo, o se invece si dà il tempo per trovare soluzioni che garantiscano un piano serio, la conferma delle sede attuali e una riorganizzazione".

Anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha commentato l'incontro. "Bene il congelamento del piano e dei licenziamenti da parte di Italiaonline" ha scritto su Twitter, aggiungendo che ora ci sono "tre settimane di lavoro con azienda e sindacati per trovare soluzioni". 

Sul tavolo del ministero la decisione dell’ex Seat Pagine Gialle, ora di proprietà della holding lussemburghese della famiglia Sawiris, di avviare un piano di riorganizzazione 2018-2020 (approvato dal Consiglio di amministrazione il 15 marzo scorso) che prevede la chiusura degli uffici di Torino, con 248 licenziamenti e 241 trasferimenti forzati ad Assago (Milano), e ulteriori 152 esuberi su tutto il territorio nazionale. In concomitanza con l'incontro, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno indetto per oggi lo sciopero nazionale di tutti i dipendenti e due presìdi: uno a Roma, davanti alla sede del dicastero, e uno in piazza Castello a Torino, di fronte alla Prefettura.

Venerdì 16 marzo, al termine di una settimana di mobilitazione, si è fatto sentire anche il Coordinamento nazionale delle Rsu, riunitosi a Torino. “Le Rsu, in lotta contro un piano scriteriato e vergognoso, chiedono al ministero dello Sviluppo economico, che si è fatto garante nel 2016 del vecchio piano di riorganizzazione presentato da Italiaonline, di adoperarsi affinché vengano ritirati licenziamenti e trasferimenti”. Il Coordinamento sottolinea l’emblematicità della vertenza: “Se si consentisse agli azionisti di Italiaonline di rendere operativo il piano si sancirebbe la liceità delle politiche di dissanguamento e depauperamento di aziende leader del mercato. E si consoliderebbe il principio per cui pochi indebitamente si arricchiscono a scapito di lavoratrici e lavoratori, grazie alla spartizione di dividendi e alla costituzione di congrue stock option a favore delle figure apicali che propongono questi piani”.

I delegati dei lavoratori rimarcano che “in questi mesi più volte si è cercato il confronto sindacale con l'azienda, finalizzato a concordare piani formativi di riqualificazione professionale che consentissero, a fine piano (giugno 2018), il reinserimento del personale in cassa integrazione straordinaria nella piena attività produttiva. E più volte si è chiesto il resoconto degli investimenti che l'azienda avrebbe dovuto effettuare per rendere maggiormente performante l'attività produttiva. Oggi è palese il motivo per cui Italiaonline si è sottratta scientificamente al confronto: evidentemente aveva già l'intenzione di procedere a licenziamenti di massa”. Il Coordinamento delle Rsu, in conclusione, definisce “inverosimile che un'azienda che continua a fare utili e che gode da mesi di un intervento pubblico finalizzato al sostegno di un processo riorganizzativo possa decidere di licenziare e trasferire”.

Ed è sugli utili che i sindacati danno battaglia. Il Cda dell’azienda, appunto nella riunione del 15 marzo scorso che ha dato il via libera al piano con gli esuberi, che dovrebbero consentire un risparmio di costi operativi pari a circa 50 milioni entro il 2020, ha anche approvato i conti dell'esercizio 2017. L’anno appena passato si è chiuso con un utile netto di 26,4 milioni di euro, in crescita del 17 per cento rispetto al 2016, mentre i ricavi sono pari 338,5 milioni, in calo del 10 per cento rispetto all’anno precedente ma “in linea con le attese del management”. In miglioramento anche i margini operativi ebita (68 milioni, +6 per cento) ed ebit (28 milioni, +0,7), positiva anche la posizione finanziaria netta (73 milioni). Per il futuro triennio, contenuto appunto nel piano 2018-2020, il Cda prevede un tasso di crescita dei ricavi tra il 4 e il 6 per cento.

“Italiaonline non è un’azienda in crisi” spiegano i sindacati, ricordando appunto che i conti dell'esercizio 2017 si sono chiusi in attivo, e rimarcando il comportamento “inaccettabile” della società. “Non è pensabile – aggiungono – che si affronti, per parte sindacale, un qualsiasi serio ragionamento con un’azienda che ha dimostrato totale inconsistenza riorganizzativa, assoluta incapacità relazionale e pressappochismo nell’illustrazione dei dati necessari alla comprensione dello stato dell’azienda stessa”. Per i sindacati “il ritiro del piano è l’unica condizione possibile per intraprendere un confronto con l’azienda finalizzato allo sviluppo e alla tutela del perimetro occupazionale”.

“Non siamo minimamente disponibili ad accettare un piano di ridimensionamento dopo che l’azienda ha risparmiato sul costo del lavoro facendo ricorso alla cassa integrazione a rotazione e a zero ore” spiega Cinzia Maiolini (Slc Cgil): “L'accordo precedente, sottoscritto nel 2016 presso il ministero dello Sviluppo economico e vigente sino al giugno prossimo, era finalizzato alla riqualificazione del personale e a massicci investimenti”. Per Cinzia Maiolini il comportamento di Italiaonline “è immorale: si distribuiscono un extradividendo di 80 milioni di euro e poi dichiarano 400 esuberi”.

Per la propria parte, in una nota comunicata il 6 marzo scorso (subito dopo la presentazione del piano di riorganizzazione), Italiaonline ha precisato di “non cessare in alcun modo l’attività sul territorio nazionale, ma di unificare le sedi di Milano e Torino, facendole convergere su Milano”. L’azienda prevede “esuberi per 400 posizioni e un piano di sviluppo delle attività digitali che contempla il progressivo indispensabile inserimento di 100 posizioni professionali di alta specializzazione digitale, non presenti in azienda, da assumere su Milano. In particolare: laureati in ingegneria, informatica, matematica e fisica. Un piano necessario per accelerare la trasformazione digitale di Italiaonline e consentire all'azienda di consolidare la sua leadership nel mercato”.