I sindacati della funzione pubblica Cgil-Cisl-Uil Piemonte hanno inviato una lettera unitaria ai candidati alle prossime elezioni regionali del Piemonte. Il documento (firmato dai segretari di categoria Gianni Esposito, Fp Cgil; Santina Pantano, Cisl Fps; Roberto Scassa, Uil Fpl) avanza alcune considerazioni a titolo di contributo per la costituzione di un governo regionale “efficace e aderente ai bisogni espressi dalla popolazione piemontese e rispettosi dei diritti dei lavoratori”. Nel documento vengono segnalate criticità inerenti il settore di appartenenza della categoria, con particolare attenzione ai comparti della Sanità, delle Autonomie Locali, del Socio assistenziale e ovviamente alle peculiarità dell'ente Regione.

Di seguito il testo integrale.


«Al Dott. Sergio Chiamparino
Al Vicepresidente Giunta Regione e Assessore al Bilancio Gilberto Pichetto
Al Sottosegretario alla Giustizia Enrico Costa
Al Dott. Guido Crosetto
Al Consigliere Regionale Davide Bono
Al Sig. Mauro Filingeri


Gentile candidato,
nell’imminenza delle elezioni regionali, CGIL CISL e UIL della Funzione Pubblica ritengono opportuno presentarLe alcune considerazioni, in modo particolare afferenti i settori da loro rappresentati, nella convinzione che possano costituire un contributo ad un governo della macchina regionale efficace, efficiente, aderente ai vecchi e nuovi bisogni espressi dalla popolazione piemontese e rispettosi dei diritti dei lavoratori.

Nel nostro Paese e nella nostra regione la crisi economica finanziaria ha prodotto effetti devastanti facendo emergere un forte incremento delle richieste di protezione sociale che non trova risposte adeguate nell'offerta dei servizi a causa della pesante riduzione delle risorse finanziarie prodotti nei diversi livelli istituzionali.

Negli ultimi anni il sistema dei servizi piemontesi ha registrato la perdita di numerosi posti di lavoro, anche nell'area della cooperazione e delle imprese no profit, ed un aumento all'accesso alla cassa integrazione in deroga.

La precarizzazione del lavoro pubblico, la sua esternalizzazione raggiunge ormai il cuore stesso del sistema.

Inoltre, nel nostro Paese, si è ingenerata una persistente sottovalutazione dei temi legati al welfare, che continua ad essere un terreno sul quale effettuare considerevoli tagli lineari.

Tale modello, non solo ha prodotto un clima di forte insicurezza sociale ed una lesione dei diritti fondamentale dei cittadini più deboli, ma ha anche impedito una seria riflessione di prospettiva sulla strategie di mantenimento ed implementazione del sistema dei servizi pubblici, la cui efficienza è una formidabile leva per lo sviluppo, anticiclica e indispensabile precondizione, per rilanciare una crescita equilibrata ed inclusiva.

Purtroppo, in assenza di continuità e visione prospettica innovativa, ogni strategia si è fino ad oggi decomposta in un quadro estremamente diversificato e frantumato, in cui ha assunto un peso determinante la capacità di ogni singola regione di negoziare direttamente con il governo di turno le condizioni del proprio welfare o, meglio, le condizioni di rientro dal deficit sanitario.

La richiamata necessità di un intervento di profonda valorizzazione del sistema pubblico, ci induce a sottolinearne alcuni aspetti specifici, con l’intento di segnalare alcune emergenze, senza tuttavia tralasciare l’esigenza di un punto di vista generale e complessivo del sistema regione.

In particolare:

SANITÀ
La politica dei tagli lineari adottata dalla Giunta regionale, con il contenimento del tun-over al 50% dal 2010 e al 100% per tutto il 2013, ha prodotto situazioni via via sempre più insostenibili per tutti coloro che vi operano costringendoli a turnazioni e carichi di lavoro massacranti; l'adozione di blocchi indiscriminati ha inciso pesantemente sulla qualità e la quantità dei servizi offerti, mortificando la professionalità degli operatori che si trovano ad operare in condizioni sempre più difficili.

Si è sottovalutata ancora una volta l'idea che il più grande patrimonio del SSN sia costituito da chi vi opera e, quindi, dall’investimento in formazione qualificata del personale, perseguibile solo in costanza di impiego.

Nei recenti anni, è mancata completamente la relazione con i soggetti sociali, con gli operatori, per la condivisione del percorso, senza la quale ogni azione è esercitata solo d'autorità. CGIL CISL e UIL hanno contrastato con successo alcune discutibili decisioni della Giunta in materia di sanità. In particolare per quanto riguarda la separazione degli ospedali dal territorio, la costituzione delle federazioni sanitarie e la creazione di fondi immobiliari cui conferire la proprietà degli ospedali.

Permangono tuttavia rischi futuri per la sanità piemontese, connotata da gravi elementi di insufficiente capacità gestionale, a partire dalla mancata riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi ospedalieri e del territorio, dovuta anche a campanilismi mai governati, che stanno portando ad una progressiva diminuzione del livello qualiquantitativo dei servizi erogati ai cittadini.

Anche perché, nel frattempo, il blocco del turn-over, i piani di rientro e le scelte della Giunta hanno prodotto una diminuzione di oltre 3000 addetti nel SSR in tre anni, con una previsione di un saldo negativo di circa 6000 entro il 2015.

Per evitare questa gravissima previsione CGIL CISL e UIL funzione pubblica auspicano che il futuro Presidente della Giunta regionale ricontratti con il governo centrale le condizioni alla base dei programmi attuativi del piano di rientro, per superare il blocco delle assunzioni, per riorganizzare la rete ospedaliera, potenziare il territorio con la costruzione dei CAP, prevedendo contestualmente la riconversione dei piccoli P.O collegati, per rilanciare in sanità la politica degli investimenti.

SOCIO ASSISTENZIALE
Sta emergendo sempre più il ricorso, anche da parte di enti pubblici colpiti dai tagli lineari, di appalti al massimo ribasso. Tale prassi, non solo incoraggia la stipula di contratti spuri e tra soggetti privi del requisito della rappresentatività, ma, operando bruscamente sulla compressione dei costi, si scarica negativamente sulla qualità dei servizi alla persona. Esprimiamo la convinzione che anche Lei condivida con noi il punto di vista per cui qualità del servizio, centralità della persona e qualità e legalità del lavoro debbano sempre essere interconnessi.

RIFORME AUTONOMIE LOCALI

Città Metropolitane, Enti di Area Vasta (Legge 56/14)

La Regione dovrà legiferare sul tema delle funzioni regionali attualmente delegate alle Province piemontesi. In questa fase riteniamo opportuno confermare alla città metropolitana/Ente di Area Vasta le funzioni sin qui esercitate dalle Province, anche al fine di garantire i posti di lavoro e la continuità di funzioni e di operare l’indispensabile distinzione tra potestà legislativa e amministrativo/gestionale.

Comunità Montane Autonomie Locali di minori dimensioni.
La L.R.11/12, da noi in più occasioni criticata nella parte relativa al riordino delle Comunità montane, necessita di alcune modifiche importanti per continuare a garantire servizi ai cittadini residenti nei territori montani, come quello socio assistenziale.

Non si sono ancora trovate delle soluzioni concrete, ad esempio, per:
• la gestione delle risorse delle ATO, oggi affidata alle Comunità montane che rappresentano enti di area vasta che hanno consentito interventi coordinati all’interno del territorio dell’asta del fiume e che domani saranno gestiti da enti più piccoli spesso in disaccordo tra loro;
• la gestione degli sportelli forestali e delle attività produttive;
• la gestione dei fondi europei e la possibilità di accesso agli stessi.

ENTE REGIONE
Nel quadro di una ormai indifferibile riorganizzazione dell’Ente Regione, cui siamo disposti a fornire un nostro contributo, vogliamo tuttavia sottolineare che tale riorganizzazione non dove produrre esuberi di personale e, al contrario, dovrebbe portare a compimento il processo di stabilizzazione a tempo pieno del personale precario, che vede ancora 37 lavoratori con contratto a tempo determinato 156 lavoratori attualmente assunti a Part-time (ex lavoratori precari).

In questo quadro anche la riduzione delle consulenze allo stretto indispensabile potrebbe produrre un importante risparmio.

CGIL CISL e UIL Funzione Pubblica, nella certezza che Lei vorrà stabilire con le Organizzazioni dei lavoratori un clima di grande e costruttivo confronto, anche alla luce della previsione legislativa della recente Legge 56/14 e in continuità con le prassi e gli accordi già sottoscritti, vedi Comunità Montane, nel rigraziarLa per la cortese attenzione, Le porgono distinti saluti».