Oggi, 20 giugno, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del rifugiato, l'appuntamento annuale voluto dall’Assemblea generale delle nazioni unite, che quest'anno arriva in un momento delicatissimo per l'Europa e per l'Italia. Anche per questo l’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) prosegue la campagna #WithRefugees per dare visibilità alle espressioni di solidarietà verso rifugiati e richiedenti asilo. La Giornata mondiale è stata indetta dalle Nazioni unite per commemorare il giorno in cui, nel 1951, venne approvata la Convenzione di Ginevra sui rifugiati (vedi glossario), il trattato multilaterale che definisce chi è un rifugiato, i diritti dei singoli che hanno ottenuto protezione e le responsabilità delle nazioni che garantiscono l'asilo. Venne celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001, nel cinquantesimo anniversario della Convenzione.

Gli eventi
Molti eventi sono stati organizzati anche in Italia, culminano oggi, ma alcuni proseguiranno fino alla fine del mese. Tra gli altri, è da ricordare che il 24 giugno l’associazione culturale Isola Quassùd in collaborazione con l’imprenditore rifugiato afghano Hamed Ahmadi apriranno “Orient Experience 4”, il primo ristorante interetnico gestito da migranti e rifugiati nella città di Catania. Il Refugee Food Festival tornerà invece a Bologna a fine giugno per portare sapori e ricette dai paesi più colpiti da guerre e persecuzioni. Ieri a Roma, presso l'Auditorium Parco della Musica, è stata invece allestita la mostra fotografica Life for Syria, con gli scatti di 5 fotografi siriani che mostrano alcuni dei momenti che hanno scandito il conflitto in Siria dal 2011 al 2016. A Siracusa, oggi, nell’Agorà del Teatro Greco, ci sarà infine la prima della messa in scena della tragedia “L’Edipo a Colono” .

Da segnalare, su RadioArticolo1, alle ore 11.30 lo speciale "Siamo tutti rifugiati. Lo status di diritto". Intervengono Carlotta Sami, Unhcr; Tareke Brhane, Comitato 3 ottobre; Kurosh Danesh, Cgil; Mussie Zerai, missionario; Silvia Albano, magistrato; Moussa, rifugiato.

Tutti gli eventi in Italia  

Mai così tanti nel mondo
Quest'anno, però, la giornata del rifugiato arriva all'indomani dell'allarme lanciato proprio dall'Unhcr nel suo rapporto annuale Global Trends, secondo il quale una persona nel su 110 nel mondo è in fuga dal proprio Paese. Nel 2017 si è quindi raggiunto un nuovo record,è il quinto consecutivo. A fine anno erano infatti 68,5 milioni le persone costrette alla fuga, 44.500 al giorno, una ogni due secondi. Di queste, solo nel corso dell'anno passato, 16,2 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case per la prima volta o ripetutamente, mentre 25,4 milioni sono i rifugiati che hanno abbandonato la propria casa a causa di guerre e persecuzioni, quasi tre milioni in più. Nel frattempo, i richiedenti asilo (vedi glossario) che al 31 dicembre 2017 erano ancora in attesa della decisione sulla loro richiesta di protezione sono aumentati di circa 300.000 unità, arrivando a 3,1 milioni. A determinare questa situazione sono state in particolare la crisi nella Repubblica Democratica del Congo, la guerra in Sud Sudan e la fuga in Bangladesh di centinaia di migliaia di rifugiati rohingya provenienti dal Myanmar. I paesi maggiormente colpiti dall'ondata di rifugiati sono per lo più i paesi in via di sviluppo. Queste cifre eclatanti hanno fatto dire a Filippo Grandi, alto commissario Unhcr: “Siamo a uno spartiacque, dove il successo nella gestione degli esodi forzati a livello globale richiede un approccio nuovo e molto più complessivo per evitare che paesi e comunità vengano lasciati soli ad affrontare tutto questo”. Infatti, nonostante la vulgata occidentale tenda a far pensare che i rifugiati vengano ospitati per lo più dai paesi del nord del mondo, i dati mostrano che è invece vero prorpio il contrario: l'85% dei rifugiati risiede nei Paesi in via di sviluppo, molti dei quali versano in condizioni di estrema povertà e non ricevono sostegno adeguato.

In Italia e in Europa
Ma quest'anno la giornata del rifugiato arriva anche in Italia in un momento piuttosto particolare. I primi 15 giorni di Matteo Salvini al Viminale, la vicenda Aquarius e la campagna del governo gialloverde sui migranti hanno fatto sì che la gestione dei flussi migratori sia ormai sulla bocca di tutti, mentre tra i paesi dell'Unione europea impazza la discussione sulle riforme al trattato di Dublino (vedi glossario). Quasi mai, però, la percezione che la popolazione ha del problema dei rifugiati corrisponde alla realtà dei fatti. Ma quanti sono realmente i rifugiati in Italia? Negli altri paesi europei sono di più o di meno? È corretto parlare di invasione? E poi, l’Europa è davvero un continente sotto assedio? Un sondaggio di qualche anno fa in Grecia ci consegna un dato sorprendente sulla percezione diffusa: circa la metà della popolazione credeva che i rifugiati fossero più del triplo (200 mila) rispetto a quelli che si trovavano realmente nel Paese (circa 60 mila). In Italia la situazione non è moto differente. Nel 2015, nel pieno della prima refugee crisis, l’“invasione percepita” era in testa alle preoccupazioni di tutti, e il 36% degli italiani riteneva che gli stranieri nel nostro paese fossero addirittura 20 milioni.

La verità è, ancora una volta, annidata tra i numeri forniti dall'Unhcr anche se, in questo caso, i dati più attendibili sono aggiornati ancora al 2016. In totale l’Europa ospita 5,2 milioni di rifugiati, con una tendenza di crescita negli ultimi anni: rispetto al 2014 è del +68%. Bisogna però considerare che tra i 10 paesi al mondo per numero di rifugiati c'è un solo paese strettamente europeo: la Germania, che è all'ottavo posto. Al primo posto c'è invece la Turchia. Senza la Turchia i numeri di rifugiati in Europa scendono radicalmente, fino a 2.3 milioni. Il numero di rifugiati sul totale della popolazione europea è invece molto basso. La Svezia, che ha il rapporto più alto tra rifugiati e abitanti, registra un 2,3%, 23,4 rifugiati ogni 1.000 abitanti. Malta, finita al centro delle polemiche sull'accoglienza, è al secondo posto, 18,3 rifugiati ogni 1.000 abitanti. Le cifre più significative si registrano generalmente nei paesi nordici. Le nazioni mediterranee, spesso i primi porti in cui approdano i nuovi immigrati, presentano un numero inferiore di rifugiati, eccezion fatta per Malta e Cipro.

L'Italia, nonostante sia uno dei paesi su cui più grava il peso dell’immigrazione, rimane tra gli ultimi in Europa per incidenza del numero di rifugiati sul totale della popolazione: 2 su 1.000. In valore assoluto l’Italia registra 147 mila 370 rifugiati su una popolazione di 60,6 milioni di persone. Questo significa che per una cittadina di piccole dimensioni come Ivrea (To) che ha circa 24mila abitanti – se fosse rispettata la proporzione nazionale – sarebbero 46, in una come Avezzano (Aq) vivrebbero 90 rifugiati, in una città come Bologna sarebbero circa 800. Insomma, non proprio un’invasione.

INFOGRAFICA