“Eni non può sottrarsi alle risposte che sollecitava la trasmissione “Report” di ieri sera: la consistenza finanziaria di Sk Capital, il suo assetto organizzativo e soprattutto il modo attraverso il quale Sk Capital rileverebbe Versalis”. A dirlo è Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, preoccupato della imminente vendita del “braccio” chimico di Eni.

Occorre ricordare al management dell'Eni ma soprattutto al Governo che i guai di Telecom ebbero inizio quando Colaninno acquistò Telecom caricando sulle spalle della stessa società l'onere di ripagarne l'acquisto. In pratica – aggiunge polemico il segretario – era la stessa Telecom a riacquistarsi, bruciando migliaia di miliardi che hanno impedito a quella azienda di continuare a rimanere tra le grandi tlc globali”.

“Si vuole fare la stessa cosa con Versalis?”, si domanda Miceli. “Significherebbe predeterminarne la chiusura, il dissolvimento dell'impresa e – conseguentemente - della chimica di base italiana. Noi continueremo a batterci affinchè questo progetto non vada in porto! Attendiamo ancora una risposta dal Governo alla nostra richiesta di incontro. Probabilmente – conclude il leader sindacale – ci sarà imbarazzo, ma il silenzio, ad un certo punto, diventa complicità”. 

I sindacati saranno in piazza giovedì 17 dicembre a S.Donato Milanese per un presidio nel giorno della convocazione del cda di Eni mentre il prossimo 20 gennaio hanno proclamato 8 ore di sciopero generale di tutti i lavoratori italiani di Eni e della società Saipem, insieme ad ulteriori iniziative se l'Eni non dovesse recedere dal suo progetto.