“E' una legge bavaglio, o meglio: una legge vendetta”. Lo afferma Stefano Rodotà, già presidente dell'autorità garante per la protezione dei dati personali, parlando del ddl relativo alla diffamazione, in discussione al Senato, in un'intervista al 'Messaggero'.

“Seguendo la logica ad personam che ormai trionfa nel sistema della legislazione parlamentare – aggiunge - si è cercato di sfruttare l'occasione Sallusti per regolare qualche conto con il mondo dei media”.

Tra i punti che non condivide, Rodotà segnala che “in generale, s'introduce la censura di mercato. S'innesca cioé un meccanismo micidiale: multa molto elevata, fino a centomila euro, e che quindi può diventare un deterrente preventivo. Nel senso: non facciamo inchieste che possano comportare questo rischio”.