Sono in corso, a Roma, le giornate nazionali della bilateralità edile (6-7 luglio) presso l’auditorium Antonianum, promosse da Cnce (commissione nazionale delle casse edili), Formedil (l’ente di coordinamento delle scuole edili del sistema bilaterale delle costruzioni) e Cncpt (commissione nazionale per la prevenzione infortuni, igiene e ambiente di lavoro). Al centro del dibattito, un rilancio del sistema bilaterale dell’edilizia, alla luce della riforma del lavoro operata dal Jobs Act e dalle nuove politiche attive del settore.  

Tra gli obiettivi delle due giornate, lo stato di salute della bilateralità, vista la situazione produttiva dell’edilizia e delle prospettive di ripresa economica del Paese, nella convinzione che per sostenere il cambiamento e rendere effettiva la ripresa, occorrano politiche capaci di rilanciare gli investimenti pubblici e privati, che accompagnino la modernizzazione italiana. Le giornate, tra l’altro, cadono a pochi giorni dall’approvazione della piattaforma unitaria del nuovo ccnl delle costruzioni, presentata da Feneal, Filca e Fillea alle parti datoriali. La tavola rotonda, in corso oggi pomeriggio, con la partecipazione del presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, e dei tre segretari generali dei tre sindacati di categoria, Vito Panzarella, Claudio Turri e Walter Schiavella, è proprio l’occasione per definire il futuro del sistema bilaterale, all’interno del più generale scenario delle relazioni industriali. Al dibattitto, interviene anche il presidente della Commissione lavoro della Camera dei deputati, Cesare Damiano.

In precedenza, a fine mattinata, aveva preso la parola Dario Boni, segretario nazionale Fillea, che, dopo aver delineato un panorama generale sugli otto anni crisi delle costruzioni, si è soffermato sul sistema bilaterale contrattuale: “Occorre risolverne i limiti, o nella maggior parte dei casi, sarà condannato ad autoalimentarsi solo delle proprie debolezze. Bisogna dare stabilità e futuro al nostro sistema, quindi ottenere una diminuzione dei costi complessivi della bilateralità per confermare, invece, prestazioni e servizi ai lavoratori e alle imprese”.

“Le riforme del lavoro – ha proseguito il dirigente sindacale – e il progressivo indebolimento degli strumenti a presidio della legalità e trasparenza del mercato, in un contesto dove infortuni sul lavoro e morti bianche aumentano, rendono ancor più necessaria una contrattazione vicina ai bisogni e compatibile con le evoluzioni del mercato, in quanto questi temi non possono restare esclusi dalla riflessione sull’azione contrattuale e dunque anche sulla bilateralità”.

“Perciò, l’applicazione del Durc per congruità, il rafforzamento della responsabilità in solido, la lotta all’elusione contributiva, sono essenziali per garantire legalità e trasparenza. Su tali temi il nostro bilateralismo ha volto e deve continuare a svolgere un ruolo da protagonista. In tale quadro, la prossima tornata contrattuale non è matura per processi di nazionalizzazione  del bilateralismo, ma lo deve essere per tenere insieme tutti i pezzi del sistema”, ha concluso l’esponente Cgil.