"L'Europa riconosce le ragioni del contratto a tutele crescenti". Lo sottolinea il senatore del Pd, Pietro Ichino, che, insieme ai rappresentanti di sette diverse organizzazioni culturali, sociali e politiche, tra cui Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, la radicale Emma Bonino, il capogruppo del Fli alla Camera Benedetto Della Vedova e il senatore del gruppo misto Nicola Rossi, in una conferenza stampa al Senato, hanno illustrato il documento inviato all'Ue che denuncia la situazione del precariato italiano sostenendo che "il regime di apartheid fra protetti e non protetti che caratterizza il tessuto produttivo italiano deve considerarsi incompatibile con l'ordinamento comunitario".
Ichino sostiene che la Commissione Europea ha "una piena consapevolezza" del problema del precariato al punto da farne "oggetto di una sollecitazione nei confronti dell'Italia sul piano politico-diplomatico". L'obiettivo dell'iniziativa "è costringere il governo e il Parlamento italiani a ridisegnare un diritto del lavoro capace di applicarsi veramente ad almeno 18 milioni e mezzo di lavoratori sostanzialmente dipendenti, e non soltanto a 9 milioni, come accade oggi". Si tratta, spiega Ichino sul sito di Italia Futura che lancia l'iniziativa della denuncia a Bruxelles, di "promuovere, anche in questo modo una riforma ispirata ai principi della flexsecurity e della pari opportunità per tutti".
Lavoro: Ichino, Ue d'accordo su contratto a tutela crescente
14 settembre 2011 • 00:00