Quella sul mercato del lavoro "non è una riforma, è un aggiustamento, sono tagli a stipendi e diritti. Si parla di svolta storica. Non esageriamo". Lo ha detto Pierre Carniti, storico sindacalista della Cisl, che in un'intervista a Repubblica punta il dito contro le divisioni e la debolezza del sindacato e denuncia "lo strano caso di un Paese in cui la trattativa sul mercato dei lavoro la fanno i partiti che poi comunicano l'esito ai sindacati".

"Certamente la novità di questa storia - afferma Carniti - è che i partiti hanno finito per sostituirsi ai sindacati nella contrattazione". Poi, entrando nel merito della riforma, l'ex leader della Cisl contesta soprattutto il fatto che "così non si riduce la disoccupazione giovanile, il primo e più grave problema. Aver allungato l'età pensionabile - osserva - ha bloccato 100mila posti di lavoro per i giovani. Una volta compiuto quello che io considero un errore, il resto è venuto di conseguenza e ci si è avvitati per settimane sulla questione dell'articolo 18".