E' finito il corteo dei lavoratori a Roma, oggi (28 settembre) nel giorno dello sciopero generale dei servizi  pubblici, proclamato dalle categorie di Cgil e Uil. La manifestazione è partita da piazza Esedra, si è diretta a piazza Santi Apostoli, poi si è chiusa con un comizio del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso e del numero uno della Uil, Luigi Angeletti. La Cisl non ha partecipato allo sciopero.

Nelle strade della capitale grandi proteste contro i tagli lineari di Monti, previsti nella spending review. "Basta colpire i più deboli. Abbiamo già dato", è stato lo slogan della protesta. Molte le bandiere e gli striscioni che i lavoratori, arrivati da più parti d'Italia, hanno mostrato in piazza. Lo riporta l'Ansa.

Stamani ha parlato il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. "Rispetto le posizioni di tutti, ma ricordo che stiamo facendo un'operazione importante, quella di riorganizzare le p.a. e di vedere qual e' il loro fabbisogno ottimale: per questo vorrei che non si autoescludesse nessuno, soprattutto le organizzazioni dei lavoratori. Con molte di queste il tavolo è aperto - ha aggiunto -, spero che anche gli altri, quelli che scioperano, raggiungano il tavolo".

"Il primo fondamentale problema è che si segue la logica dei tagli lineari senza attenzione ai servizi pubblici", afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Non siamo di fronte ad un'operazione di tagli degli sprechi o alla riforma della p.a., ma siamo di fronte a tagli lineari che si riflettono sui servizi ai cittadini". E sull'ipotesi di un governo Monti bis, Camusso risponde: "Ho la sensazione che il paese non ce la fa a costruire alternative per uscire dalla crisi".

Poi dal palco Camusso attacca l'esecutivo: "Mentre aumenta la disoccupazione l'unica politica del governo sono i licenziamenti", dice, al contrario "difendere e creare lavoro e' la ricetta per uscire dalla crisi". 

"Bisogna cambiare la spendig review. Abbiamo iniziato ma non intendiamo fermarci, continueremo la nostra iniziativa". Questo un altro passaggio, che sottolinea gli errori del governo. "La legge sulle pensioni ha creato gli esodati, non una grande prova accademica - inoltre -. Se si ha in mente il bene dei cittadini, non si può continuare a tagliare la sanità e moltiplicare le nomine politiche".

La Cgil non intende lasciare la trattativa avviata al ministero della Funzione pubblica. Al ministro che domanda se dopo lo sciopero ci sarà un tavolo - così Camusso - diciamo che il tavolo lo ha abbandonato lui quando ha cancellato l'accordo fatto. Noi non scappiamo dai tavoli. Ci andremo per dire di fare una riforma diversa della p.a. Ci andremo per dire che non c'è bisogno di tagli".

Molto critico anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Siamo in piazza per contrastare il disegno del governo - sostiene - di tagliare in modo orizzontale l'occupazione nella p.a., infischiandosene delle belle parole su produttività ed efficienza dei servizi". Monti fa così "per trovare un po' di soldi per aumentare gli stipendi di chi ha potere". Sulle risposte chieste dai sindacati Angeletti è scettico: "Non ci sembra che il governo ascolti il buonsenso".

Secondo gli organizzatori, sono scese in piazza a Roma oltre 30mila persone.

Ultimo aggiornamento  13.30