Quella della Fornero “non la chiamerei ‘riforma’ perché non lo è. Si tratta di interventi sul mercato del lavoro con una forte coerenza con il taglio alle pensioni e con la logica della lettera Bce. Sono interventi sbagliati e che il sindacato deve continuare a contrastare”. In un’intervista a Il Fatto quotidiano, Maurizio Landini spara ad alzo zero sul ddl del governo e dice che lo sciopero generale va mantenuto (Gli stessi concetti, con un surplus di argomentazioni, li espone anche in un’intervista, uscita anch’essa oggi su Il Manifesto).
La critica non è solo sull’articolo 18, ma “su tutto. Le forme di assunzione sono rimaste 46, non c'è alcuna riduzione della precarietà. Anzi, ci sono provvedimenti che liberalizzano ancora di più il mercato del lavoro come il primo contratto a termine che per 6 mesi non ha bisogno di causali. Sugli ammortizzatori sociali siamo di fronte a una riduzione delle tutele perché alcune forme di cassa integrazione vengono cancellate e la sostituzione della mobilità con l'Aspi riduce il tempo di copertura senza allargare le tutele.

Sull'articolo 18 “il punto è che il provvedimento rende più facili i licenziamenti. Le modifiche non sono solo sull'articolo 18, ma anche sulla legge 604, non c'è più bisogno di motivare il licenziamento individuale e scompare il reintegro per violazione delle procedure previsto dalla legge 223”. Ma la Cgil dice che il reintegro è stato invece reintrodotto, gli fa notare il giornalista. “Il mio giudizio lo porterò al direttivo della Cgil che esprimerà giudizi definitivi – risponde Landini –. Io continuo a sostenere quello che la Fiom ha deciso all'unanimità e nel rispetto delle manifestazioni che i metalmeccanici hanno fatto e faranno”. E ancora: “La Cgil ha un direttivo il 19 e le iniziative sono state confermate. Per noi non ci sono ragioni politiche che ci possono fare accettare la riduzione dei diritti di chi lavora. Penso serva ancora lo sciopero generale, occorre utilizzare tutta la pressione necessaria. La Fiom continuerà le sue iniziative”.