“Per l’Ilva c’è una cosa sola da fare: rispettare gli accordi sottoscritti”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in un’intervista apparsa domenica 10 novembre sul quotidiano La Repubblica. “L’azienda ha firmato un’intesa che prevede garanzie per i posti di lavoro, un piano industriale con 4 miliardi di investimenti fino al 2023”, spiega l’esponente sindacale, ricordando che il “piano è stato firmato un anno fa. Tutto era largamente prevedibile, il mercato della siderurgia ha alti e bassi da sempre. E per gestire le crisi temporanee ci sono gli strumenti adatti, dalla cassa integrazione ai contratti di solidarietà”.

Al governo Landini chiede il ripristino del cosiddetto scudo penale. “Era già in vigore dal 2015, istituito per i commissari straordinari. Non è un regalo a Mittal”. Più in generale, il segretario generale Cgil ritiene l’industria siderurgica “strategica, quindi bisogna immaginare una presenza pubblica, con la Cassa depositi e prestiti o con un altro fondo, nell’azionariato della società di Mittal in Italia”. E con una “quota significativa, tra il 20 e il 30 per cento. Una presenza che avrebbe un doppio significato: la dimostrazione che non c’è ostilità nei confronti dell’industria siderurgica e la volontà pubblica di controllare gli investimenti e il risanamento ambientale”.

In ultimo, Landini commenta anche le affermazioni del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha detto che con il calo del mercato non si possono garantire i posti di lavoro. “Dico a tutti che la riduzione dei livelli dell’occupazione è inaccettabile”, conclude il segretario Cgil: “C’è un piano da rispettare, e mi sorprende che il presidente di Confindustria non esiga anch’egli il rispetto degli accordi. Ne va dell’affidabilità delle parti”.