Il 2017, come ogni anno, si è chiuso con il discorso del presidente della Repubblica. La Cgil e il suo segretario generale Susanna Camusso hanno valutato positivamente la centralità data al lavoro nelle parole di Mattarella: “Significativo, che chieda un lavoro dignitoso, tutelato, sicuro e dotato di diritti.” Il sindacato di Corso d’Italia ha poi aderito all’appello lanciato alle istituzioni da un ampio fronte di associazioni, partiti e movimenti che chiede di "fermare il virus dei fascismi, della discriminazione e dell’odio", e intanto si prepara ai suoi stati generali su territorio e sviluppo (in programma martedì 9 gennaio). La Cgil piange poi la morte di Giacomo Schirò, uno degli ultimi sopravvissuti di Portella della Ginestra. 

L’anno nuovo, però, inizia anche con la riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto della scuola e della ricerca. Per i sindacati il riferimento è l'accordo del 30 novembre 2016. Tra le richieste, c’è il superamento della legge Brunetta e 85 euro medi di aumento. Per quanto riguarda il contratto gomma plastica, invece, si è già arrivati allo scontro. Filctem, Femca e Uiltec hanno organizzato 16 ore di sciopero generale da tenersi entro il 31 gennaio, e una grande manifestazione il 15 gennaio prossimo. Il 2018 porta poi buone notizie per i call center. Un decreto del ministero ha stabilito il costo del lavoro per gli appalti, prevedendo lo scomputo della spesa per il personale dalle offerte. Per i sindacati si tratta di un “passaggio decisivo per l'intero comparto”.

Venti di guerra tirano invece alla Ericsson, che ha annunciato l'uscita dal contratto nazionale, disdettando gli integrativi. I lavoratori, pronti alla mobilitazione, protestano: "È stato ignorato l'invito del ministro Calenda, una scelta inaccettabile". Sempre in tema di vertenze, bisogna poi registrare il caos sui licenziamenti scoppiato alla Intecs de L’Aquila. I lavoratori si sono presentati nel sito, ma hanno trovato i cancelli chiusi. L'azienda ha annunciato 65 esuberi a Natalesenza inviare le lettere. La Fiom ha dichiarato che metterà in campo “ogni azione a tutela dei diritti”. Situazione simile anche all’Embraco. Con una lettera dell'azienda è stata comunicata la sospensione dall'attività e se non si troverà soluzione, a breve si apriranno le porte del licenziamento collettivo per 535 persone.
 
Prosegue poi la lotta dei lavoratori della Castelfrigo, in presidio davanti ai cancelli dell'azienda. La Cisl difende l'accordo separato che ha portato all'assunzione di 52 lavoratori che non hanno aderito allo sciopero. Per la Cgil, invece, “è stato leso un diritto costituzionale." All’Ama di Roma, al contrario, è stata scongiurata l’interruzione del lavoro, grazie a un incontro positivo, nel corso del quale il Comune ha ribadito il ruolo pubblico nella gestione del ciclo dei rifiuti e ha preso l'impegno di sbloccare le assunzioni per il turnover.

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