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L'Europa chiede all'Italia 3,4 miliardi subito, poi i conti in ordine a ottobre con la legge di bilancio. Si rischiano nuovi tagli: “È davvero incredibile come questa cultura continui a ripetersi e si avviti su se stessa: si pensa ancora di uscire dalla crisi tagliando, togliendo la possibilità di fare investimenti e consegnandosi ad un mercato che fa tutto da solo. Ogni indicatore dimostra che non è così”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Colla, a RadioArticolo1 nel corso della trasmissione Italia Parla.
“I livelli di diseguaglianza e iniquità sono ormai inaccettabili – osserva il sindacalista –, così com'è inaccettabile il livello della disoccupazione giovanile. È necessario aggredire le grandi ricchezze, che stanno diventando monopoli in grado di spostare perfino il Pil di un paese. Si prenda il caso Apple: nel cuore dell'Europa la Apple è stata multata per 13 miliardi di euro da un'authority, la cifra corrisponde a una finanziaria. Segno che la situazione attuale non può continuare, il livello di iniquità è tale da far crollare l'intero sistema”.
È passato l'anniversario dei Trattati di Roma. In quell'occasione gli Stati membri della Ue hanno firmato un documento nella capitale. “È stato più un atto di ricorrenza che un testo politico – a suo avviso –: l'impressione è che si vada affermando sempre più un Nord e Sud dell'Europa, con una netta differenza tra chi rispetta i parametri e chi rimane indietro”.
Al contrario delle aspettative riposte nella comunità europea: “La prospettiva nuova era quella di fare un'Europa federata, che abbracciasse tutto il suo popolo togliendo spazio ai nazionalismi”. Da qui le “ombre” che oggi si addensano sulla Ue e sul mondo: “La politica non è all'altezza, non è in grado di governare la redistribuzione: allora non ci meravigliamo che arrivi il 'trumpismo' e il populismo, sono le conseguenze di un'incapacità di fare politica”.
Anche l'Italia è in grave difficoltà, soprattutto come politica industriale. “La grande sfida del futuro riguarda le politiche energetiche – per il segretario –: c'è una discussione in atto sulla verifica del sistema energetico nazionale, ma ho l'impressione che non sia all'altezza del profondo cambiamento che serve”. L'Italia non investe abbastanza sull'idrogeno: “Solo un terzo delle imprese stanno sull'innovazione, il restante 70% boccheggia e ha già perso molto nel manifatturiero”. Troppe le crisi in atto e i lavoratori che perdono il posto: “Molti addetti rischiano di non trovare lavoro mai più – conclude Colla –: ci sono grandi crisi come Alitalia, Piombino e Sky, si rischia che precipitino e sia minata la coesione sociale. La politica si concentri sul futuro di questi lavoratori, non sulla prossima campagna elettorale”.