L'ennesimo allarme sulla corruzione e sull'illegalità è arrivato dalla Corte dei conti. Il presidente Raffaele Squitieri ha puntato il dito contro questo fenomeno nel momento più alto, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. “E' l'ennesimo grido d'allarme di un'alta istituzione rispetto al rapporto tra corruzione ed effetti sul versante della crescita, quindi anche dell'occupazione. Credo che la Cgil su questo stia facendo un lavoro importante di informazione. Il problema è che accanto all'allarme non si trovano però le soluzioni normative adeguate. E' davvero paradossale che mentre la Corte dei conti affermi di nuovo che è necessario mettere in campo un'iniziativa concreta, la discussione parlamentare si stia invece avvitando su compromessi a ribasso”. Lo ha detto Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1.

“Sappiamo - ha continuato Fracassi - che c'è un decreto anticorruzione all'interno della discussione parlamentare e politica di questo paese, ma non si sta trovando la quadra, perlomeno quella che vorremmo noi. Si potrebbe per esempio partire dicendo che bisogna modificare le regole sui tempi di prescrizione dei processi per reati corruttivi. Per quanto ci riguarda i tempi di prescrizione dovrebbero essere cambiati tutti, però se si cominciasse da questo daremmo un segnale. Perché ormai siamo alla morte di oltre un milione di processi per effetto della cosiddetta ex Cirielli, che cambiò i tempi di prescrizione e quindi determinò l'impossibilità di perseguire i colpevoli. Noi siamo poi d'accordo sul fatto che vadano trovati anche gli strumenti informatici per garantire un processo più veloce, ma in un contesto in cui mancano circa 10mila unità al ministero della giustizia si possono metter in atto tutte le innovazioni che si vuole, ma bisogna ripristinare perlomeno i parametri relativi alle dotazioni organiche”.

Il 10 febbraio, tra l'altro, c'è stata l'approvazione
da parte dell'esecutivo del testo del disegno di legge delega che riforma la giustizia civile. “Nella riforma -afferma ancora la sindacalista - ci sono alcuni nodi politici. Come il falso in bilancio, del quale si comprende soltanto che c'è sostanzialmente una soglia al di sotto del quale il non è punito. Noi non siamo d'accordo. Pensiamo che se si vuol fare davvero una battaglia contro l'evasione e la corruzione, va dato un messaggio molto chiaro. Lo stesso vale sui termini di prescrizione e poi c'è la possibilità di introdurre nella delega fiscale il cosiddetto articolo 19 bis, cioè quello che determina la possibilità di avere una sacca di evasione legale. Senza entrare nei dettagli, se davvero si vuol fare un'operazione di cambiamento, deve essere un cambiamento concreto, cioè si deve dare operatività agli annunci. In questo momento leggiamo delle soluzioni che sono quantomeno non soddisfacenti”.

La Cgil dallo scorso ottobre è impegnata in un viaggio della legalità, una campagna che si intitola “Legalità una svolta per tutte”. “Il nostro viaggio - afferma ancora Fracassi - si concluderà il 19 febbraio a Roma, ma la campagna non si chiude. Perché per noi rappresenta un'iniziativa politica importante. Il viaggio è stato molto positivo, non soltanto per denunciare che ci sono tante cose che non vanno, ma anche per dire che attraverso l'attività sindacale è possibile cambiare le cose. Abbiamo esperienze di contrattazione territoriale, dai patti per l'integrità ai patti per la legalità, che danno protagonismo alla nostra organizzazione, e che sono finalizzati a dire che cambiare si può. La fine del viaggio deve servire anche a rilanciare quei grandi temi politici, che devono stare alla base di una efficace lotta contro la illegalità e in modo particolare contro la corruzione, l'evasione fiscale e la criminalità organizzata”.