"Il numero di contratti a tempo indeterminato diminuisce a fronte di un costante aumento di quelli a termine, e non si registra una crescita stabile di nuova occupazione: è questo il prodotto del Jobs Act". Così Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, commenta i dati diffusi dal ministero del Lavoro sulle comunicazioni obbligatorie, riferiti al mese di maggio.

La dirigente sindacale afferma che "siamo in presenza di una flessione del numero assoluto dei contratti a tempo indeterminato tra maggio e aprile di quest'anno: il saldo tra attivazioni e cessazioni a maggio ha toccato appena quota 271, mentre nel mese precedente raggiungeva quota 50 mila".

"Il dato che ci allarma di più - continua - è quello riguardante i contratti a tempo determinato, che dimostra la continua e costante crescita dell'incidenza di questi ultimi nel nostro mercato del lavoro". Sorrentino spiega infatti che "il saldo tra attivazioni e cessazioni in questo caso arriva a 184.812 e tali contratti raggiungono il 68,8% del totale delle attivazioni".

"A confermare la mancanza di una crescita stabile di nuova occupazione - prosegue - è il numero delle trasformazioni: non aumentano in maniera significativa i nuovi contratti di lavoro, semplicemente una parte di quelli precari già in essere viene trasformata, la platea non varia sensibilmente".

"Ormai il Jobs Act è in vigore da quattro mesi - tira le somme Sorrentino - e tra riordino dei contratti ed esonero contributivo della legge di stabilità ci si aspettava un boom che non si è verificato, e della riduzione della precarietà tanto annunciata non si vede neanche l'ombra".