Egr. Direttore

mi corre l’obbligo innanzitutto di informarla che lei sarà protagonista di un evento rarissimo nel nostro paese. Questa mia le darà l’opportunità di entrare in contatto con una persona, il sottoscritto, che guadagna più di 100.000 euro lordi l’anno. Un evento rarissimo le dicevo, dal momento che, stando alle statistiche, quelli della mia categoria rappresentano solamente 1% dei lavoratori. Uno stipendio, il mio, che corrisponde, al netto, a poco più di 4000 euro mensili, non certo da supericchi quindi, più o meno come un buon operaio tedesco, dal momento che da noi, in Italia, il resto viene razziato dalle tasse. 

Sono inoltre orgoglioso del fatto che la mia posizione di Manager, come si dice oggi, sia stata ottenuta solo ed esclusivamente con il lavoro, il sacrificio, lo studio, la serietà, l’onestà dell’agire, tutti principi con cui la mia generazione è stata forgiata a fuoco, e si figuri, senza mai neppure una raccomandazione. Eppure non sono certo un extraterreste, non mi sento tale dal momento che di persone come me,  nel nostro paese, ce ne sono molte, anzi sono certo che sono la maggioranza. Appartengo insomma a quella classe media che ogni giorno si alza alle sette per rientrare dopo dodici ore, con le scarpe piene di passi,  ma soprattutto forte di una certa serenità d’animo per aver fatto fino in fondo il proprio dovere.

Mi rendo al contempo perfettamente conto di essere un privilegiato. Penso ai quei precari che pur lavorando con impegno e serietà ricevono in cambio uno stipendio netto inferiore a 1000 euro, o a chi il lavoro neppure più lo cerca. Orbene, le scrivo per esprimerle la sensazione di sdegno, se non di nausea, che provo nell’apprendere che nella legge finanziaria in discussione, è proprio la mia categoria a dover sopportare i maggiori sacrifici. Io sono perfettamente d’accordo sul principio che a pagare siano quelli che più hanno, ma non che a pagare siano gli onesti e tanto meno sono d’accordo sull’equazione che chi più guadagna, con il proprio lavoro, più ha. Chi possiede infatti ville, azioni, barche, cavalli, auto di lusso ma non ha rendite da lavoro, onesto o addirittura disonesto, non pagherebbe nulla. E’ incredibile. Una legge ritagliata su misura per gli evasori fiscali, per i disonesti che intascano in nero, con parole un po’ forti potrei dire per i “ladri” che rubano alla collettività. Mi chiedo come sia possibile che, in una democrazia compiuto come la nostra, i valori si siano completamente capovolti, vengano cioè favoriti i delinquenti e colpiti gli onesti.

Eppure questo governo non è nuovo a tutto questo. Da anni si è ormai impegnato in una lunga serie di provvedimenti in questa direzione, depenalizzando il falso in bilancio, riducendo le possibilità di detrarsi spese dall’imponibile, avvallando condoni e scudi vari. E’ noto a tutti come sia ripersa con forza l’esportazione illecita di capitali, specialmente in Svizzera dice un’indagine del Sole 24 ore del 12 Agosto scorso, e come l’evasione fiscale sia aumentata del 46% nell’ultimo anno rispetto al precedente, dice ancora la Guardia di Finanza nel rapporto annuale 2010 e vale, tanto per capirci 50 Mld di tasse sottratte alla collettività. In altre parole come una grossa manovra finanziaria, una cifra che ci assegna un record mondiale assoluto. Eppure ridurre drasticamente l’evasione si può, e anche facilmente. Sono sufficienti una serie di azioni semplici e veloci.

Spostamento delle tasse dal lavoro ai capitali e consumi. La tracciabilità dei beni è molto più semplice che non la tracciabilità dei redditi, come lo stesso Tremonti ha più volte affermato. Basterebbe quindi aumentare le tasse su case, barche, terreni, auto, ecc..  nonché aumentare l’Iva ed al contempo ridurre le aliquote Irpef e Irap. Tutti pagheremo di più ma gli onesti recupereranno l’esborso dalla riduzione dell’Irpef, gli evasori no.

Instituire una seria tracciabilità dei pagamenti, sopra i 1000 euro ad esempio, con carte, assegni e pagamenti elettronici.

Ampliare fortemente la possibilità di scaricare dall’imponibile le spese sostenute, specialmente in quei settori dove l’evasine è maggiore. Se infatti fosse possibile scaricare in 2 soli anni, le spese per la casa, per i medici, gli specialisti, i professionisti, ecc..giusto per fare un esempio, chiunque sarebbe interessato ad avere la fattura scoraggiando di fatto l’attuale pratica dello sconto immediato a fronte del pagamento in nero. Del resto chi è interessato a recuperare la detrazione in 10 anni?

Avviare con massima determinazione gli studi di settore assieme ad un forte inasprimento delle pene e dei controlli per reati fiscali.

Come gli ausiliari del traffico, perché non potrebbero essere creati gli “ausiliari fiscali” e perché non delegare la ricerca degli evasori anche a società private, opportunamente selezionate ed educate naturalmente, a supporto della Guardia di Finanza? In fondo l’evasione fiscale è di gran lunga la prima azienda in Italia, potrebbe offrire lavoro per tutti, in abbondanza, altro che ponte sullo stretto.

Come vede Direttore, tutte cose  note fino alla nausea, fattibili in pochi mesi senza alcuna difficoltà, già adottate da tempo in altri paesi, altro che ridicoli "spot". Il problema è prettamente politico, come sappiamo. Il fatto è che i disonesti sono una enorme massa elettorale che vota prevalentemente a destra. Qualora non fosse d’accordo vorrei ricordarle un’indagine Eurispes la quale afferma che gli italiani che vorrebbero inasprite le pene per reati finanziari sono il 23% fra elettori di sinistra, percentuale maggiore dell’omicidio, e solo il 3% per gli elettori di destra, così come l’immunità parlamentare è osteggiata dall’80% degli elettori di sinistra mentre scende al 40% per quelli di destra. A me sembra che questi numeri significhino più che qualcosa.

Da ultimo vorrei far notare come, contrariamente a quanto si sostiene da molte parti, non sia vero che ridurre le aliquote significhi ridurre l’evasione. Non esiste nessuna seria correlazione statistica fra i due eventi, è solo una scusa dietro cui nascondersi per giustificare l’evasione. In Italia infatti il livello di tassazione è simile a Francia e Germania, ed addirittura inferiore ad alcuni paesi del Nord Europa. Nonostante questo il livello di evasione è più del doppio. Inoltre quando negli anni 70 le aliquote erano molto più basse di oggi, il livello di evasione era lo stesso. se non superiore. E’ un malcostume antico e ampiamente diffuso in tutti i gangli della società, forse anche utile in una certa fase storica del nostro paese, ma oggi, purtroppo, la mentalità da “furbetto del quartierino” è una piovra per la collettività e lo sviluppo, una macchina del malaffare manovrata dalla testa del sistema che ha fatto si che non si siano messe le mani nelle tasche degli italiani disonesti, saccheggiando però quelle degli onesti.

Con ossequio. Lettera firmata.

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