Con l'ottima riuscita dello sciopero di stamani (13 ottobre), il primo in assoluto, delle lavoratrici e dei lavoratori della sede Ilva di viale Certosa a Milano, si chiude una settimana di mobilitazione che, esplosa all'indomani della lettera di avvio della procedura di cessione firmata da Arcelor Mittal e dai commissari governativi, ha spinto il governo a fermare la trattativa e chiedere ad Am InvestCo il rispetto degli impegni che gli hanno consentito di aggiudicarsi la gara. È quanto afferma la Fiom in una nota.

Una mobilitazione massiccia, spiegano i metalmeccanici, delle lavoratrici e dei lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva, da Taranto a Genova, da Novi Ligure a Racconigi, a Marghera, a Paderno, che ha toccato punte di adesione eccezionali, e che continuerà anche la prossima settimana, essendo già state calendarizzate altre iniziative di lotta.

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In questa settimana, inoltre, si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del maggior gruppo siderurgico italiano: "Dalla Fiom di Belluno all'assemblea dei delegati del gruppo Sirti, a tante altre realtà del nostro paese, metalmeccaniche e non, l'invito è a continuare a lottare per il lavoro, il salario e i diritti, a partire da quello alla salute".

Le tute blu della Cgil ribadiscono "la necessità che dal tavolo di confronto siano tolti gli esuberi, siano garantiti i livelli occupazionali, salariali e normativi attuali, sia ai lavoratori diretti che a quelli dell'indotto, e sia garantito il risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto". Nella prossima settimana, infine, si svolgeranno le audizioni delle organizzazioni sindacali davanti alle commissioni Lavoro di Camera e del Senato.