A pochi giorni dalla chiusura del 2016 Cgil, Cisl e Uil della Calabria si sono ritrovate per fare il punto sullo stato di salute generale della regione, analizzare le vertenze aperte e quelle che si stanno aprendo sul territorio, e per mettere le prime basi della strategia futura “che non esclude in via preventiva il ricorso alla mobilitazione generale”.

Per i sindacati calabresi il 2017 “dovrà essere l’anno della svolta per una regione che ancora oggi stenta a ritrovare la via maestra dello sviluppo”. Sono tante per i sindacati le sfide che attendono giunta regionale, “a partire dalla corretta programmazione e dall’uso ottimale delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea”.

“La Calabria – scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota unitaria – è assediata da troppe emergenze senza fine, non può più aspettare i tempi della politica che, sino ad oggi, non è ancora riuscita a risolvere nessuno dei problemi atavici che mettono a serio rischio il futuro del territorio regionale e di coloro che ancora lo abitano”.

Lo stato attuale della regione, quindi, “richiede un’azione più incisiva sia da parte del Governo nazionale che da quello regionale. Quanto fatto finora non può bastare più. Da Roma, in particolare, aspettiamo un impegno vero e concreto per la Calabria, pretendiamo un’azione politica che sia in grado di creare nuova occupazione, di far ripartire l’economia e non solo di rincorrere le emergenze come fatto sino ad oggi. Dal Governo regionale, invece, pretendiamo una velocizzazione nell’attuazione delle pratiche finalizzate al corretto uso dei fondi comunitari”.

Per questo, conclude la nota a firma dei segretari generali regionali Angelo Sposato, Paolo Tramonti  e Santo Biondo,  i sindacati  “attendono risposte concrete nei primi mesi del 2017, da parte del governo nazionale e regionale. La base della discussione non può che essere quella fissata al termine degli attivi unitari dello scorso mese di ottobre. Se così non fosse, se il confronto fra le parti non dovesse portare a qualcosa di concreto, siamo pronti a rinserrare le fila e a trasformare le tante mobilitazioni di categoria in una mobilitazione generale che riporti al centro dell’agenda della politica, nazionale e regionale, le aspettative della Calabria e dei calabresi”.