La Bce non accetterà più oltre l'11 febbraio titoli del debito pubblico greco come collaterale per i suoi prestiti. Di fatto la banca centrale rimuove la deroga introdotta nel 2010 sugli strumeti di debito quotati o garantiti dalla Grecia, che permetteva alle banche greche di rifinanziarsi alla Bce fornendo come collaterale titoli di stato rischiosi.

La deroga era condizionata dalla permanenza di Atene nel programma di risanamento cooordinato dalla troika, di cui fa parte la Bce stessa. La decisione è stata presa a larga maggioranza dal direttivo della Bce ieri pomeriggio. 

Immediata la reazione dei mercati finanziari. Schizza il rendimento dei titoli di Stato greci che guadagnano 118 punti base rispetto alla chiusura di ieri. In deciso rialzo lo spread decennale titoli greci-bund, a 980 (902 ieri sera). Di converso, la fuga dal rischio fa segnare al due anni tedesco un record negativo di rendimento a -0,208%.

Crolla, in avvio di seduta, la Borsa di Atene. L'indice generale Ase scende del 9% a 771,4 punti. A picco i titoli delle banche. EFEDJ Piraeus cede il 26%, ALpha il 19% e Eurobank il 16%.

Il governo di Atene, però, non cambia posizione dopo la decisione della Bce. "Il governo - si legge in una
nota del ministero delle Finanze - resta deciso nell'obiettivo del suo programma di salvezza nazionale approvato dal voto del popolo greco". Il suo intento è di "convergere verso una politica europea che metterà definitivamente fine alla crisi dell'economia sociale greca".