I dati Istat delle ultime settimane hanno riacceso il dibattito sull’andamento dell’economia e gli aumenti di prezzi e tariffe, in particolare di beni primari come alimentari ed energia, che possono pesare parecchio sulle tasche di lavoratori e pensionati. Ma le cose non stanno esattamente così
Gli accademici si mobilitano per chiedere una misura che favorisca la ripartenza economica. Ne abbiamo parlato con Riccardo Realfonzo, uno dei firmatari dell'appello. "Le critiche di Lagarde? Questioni politiche"
Vi sono differenze radicali nel finanziamento delle politiche da parte della Bce, con titoli di debito comune o col Mes. Senza la Banca centrale europea o gli eurobond il debito italiano schizzerà in alto, in uno spazio di difficilissima sostenibilità
L’emergenza è enorme e reale, tutti ne parlano e assumono decisione immediate, se le istituzioni continentali non fossero in grado di farlo, il percorso è segnato
Solo l'intervento pubblico può aiutarci a ridefinire il nostro modello di sviluppo. Le politiche fiscali, industriali e persino sanitarie non possono, nel cortocircuito globale che stiamo vivendo, rimanere prerogativa dei singoli Stati nazionali
Nessun accordo tra gli Stati membri. Italia, Francia e Spagna da una parte e Germania dall’altra. Tutto rimandato tra due settimane. Ma la recessione economica non aspetta
Per l’economista Emiliano Brancaccio non basta che la Bce disponga 750 miliardi per fare fronte alla crisi da Covid-19, “serve che ci sia un piano concordato tra tutti i Paesi europei per definire come il denaro sarà utilizzato”
Occorre una politica economica condivisa per affrontare l’emergenza sui mercati e le economie nazionali. La Commissione europea ha promesso ogni appoggio all’Italia. Ma le parole di Lagarde (Bce) vanno in un’altra direzione. Si deve fare di più
Famiglie e aziende alla prese con la crisi. Si riaprono ferite e tensioni. La Bce si prepara a intervenire, la nuova presidente guarda al futuro e parla di maggior flessibilità. Con Giuliano Calcagni, Fisac. A cura di Roberta Lisi
Per far aumentare Pil e sviluppo servono investimenti mirati e spesa pubblica produttiva. Lo dicono anche Fmi e Bce, lo sostiene da sempre la Cgil. Intervengono Gustavo Piga, Università di Tor Vergata; Riccardo Sanna, Cgil
Mario Draghi lancia un monito, parole in libertà fanno male al Paese. C'è bisogno di responsabilità. Interviene Agostino Megale, Fisac Cgil. A cura di Roberta Lisi
Sanna (Cgil) a RadioArticolo1: "Da tempo diciamo che non si può più contare sulla domanda estera, per tanti anni traino della crescita precrisi. Al di là della propaganda dell'esecutivo il paese non si riprende, si rischia una grande stagnazione"
Barbi (Cgil) a RadioArticolo1: “La situazione sta arrivando a punti critici strutturali: l’unico Paese che continua a trarne benefici è la Germania. Dobbiamo puntare su un'economia espansiva e su una maggiore integrazione politica fra gli Stati"
Il programma d'acquisto di obbligazioni corporate della Bce prova ad aprire un secondo canale alternativo alle banche. Ma la piccola manifattura continuerà a dover confrontarsi con un sistema diffidente nel concedere credito
Durante (Cgil) a RadioArticolo1: "Il tema che Renzi dovrebbe porre a Bruxelles è la ridefinizione dei trattati e la governance dell'economia e della moneta, che acquista un valore sempre più alto: se non lo si affronta, l'Ue rischia la disintegrazione"
Senza intervenire sulla composizione degli acquisti della Bce, le ingenti risorse messe a disposizione da Draghi fino al marzo del 2017 non arrivano all'economia reale, ma generano profitti solo per gli intermediari bancari