Futuro sempre più incerto per le ex lavoratrici e gli ex lavoratori della Golden Lady di Gissi (Chieti). Sabato al termine dell'ultimo sit-in hanno lanciato un ultimatum: basta promesse, se la situazione non dovesse trovare uno sbocco positivo sono pronti a tornare a manifestare, ma questa volta in modo plateale. A maggior ragione se si considera che presto per 150 di loro scade anche la mobilità.

"È triste - commenta sulle colonne de Il Centro Giuseppe Rucci, segretario generale della Filctem Cgil di Chieti - Il caso Golden Lady sembra essere caduto nel dimenticatoio, quasi che su questa vertenza sia stata posta una pietra tombale. Ma noi resteremo qui fino a quando non ci diranno esplicitamente 'Signori, la Val Sinello deve morire!'".

I sindacati stigmatizzano l'atteggiamento delle istituzioni e della politica regionale e provinciale. "Senza servizi e infrastrutture nessuno scommetterà un euro su questa fabbrica. Guardiamo le strade: per arrivare qui dall'autostrada ci vuole un cingolato. Chi viene a investire? Non serve la solidarietà dei parlamentari. Occorrono i fatti".

Il sindaco di Gissi, Agostino Chieffo, è tornato ad invocare un impegno del governatore D'Alfonso. "La Golden deve tornare al centro delle trattative regionali", ha detto il primo cittadino di Gissi. "L'impresa metalmeccanica interessata a rilevare parte della fabbrica non ha rinunciato all'investimento, ma sta prendendo tempo. Purtroppo di tempo non ce n'è più". Chieffo e il collega Pomponio, sindaco del comune di Scerni, sono pronti ad appoggiare un giornata di mobilitazione. Una sorta di scossa per ricordare l'odissea che 300 famiglie vivono da più di due anni.