"La scelta di celebrare oggi, anniversario della morte di Eluana Englaro, la 'Giornata degli stati vegetativi' è talmente strumentale e volgare da risultare raccapricciante". Con queste parole Rossana Dettori, segretaria generale dell'Fp Cgil, interviene in merito alla “Giornata nazionale degli stati vegetativi”, presentata a Roma dai ministri della Salute, Ferruccio Fazio, e del Lavoro, Maurizio Sacconi, dal sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, e dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.

"Quello messo in atto dalla destra è un odioso sciacallaggio. Sfruttano l'immagine e il nome di Eluana Englaro contro il volere della sua famiglia – continua Dettori - seminano disinformazione per legittimare un disegno legge clericale che serve a ricucire i rapporti con l'oltre Tevere, evidentemente logorati dalla condotta del presidente del Consiglio”.

“È inaccettabile una strumentalizzazione di questa natura – continua la dirigente sindacale - che tenta di schierare i cattolici in una contesa ideologica. Ma è soprattutto un errore, perché non tiene conto del parere della stragrande maggioranza degli italiani, cattolici compresi, che vogliono una legge che permetta loro di scegliere liberamente, senza costringere nessuno ad essere sottoposto a cure indesiderate, come dimostra una recente indagine dell'Eurispes”.

“Dal nostro canto stiamo promuovendo la campagna “Io non costringo, curo” e un appello del personale medico-sanitario per chiedere al Parlamento di fermare il disegno di legge “Calabrò”. Un tentativo di affrontare questo tema in modo laico e rispettoso delle diversità - continua Dettori - di renderlo comprensibile al di là della propaganda anche attraverso una campagna di spot, per la cui realizzazione hanno prestato il loro volto autorevoli esponenti della comunità scientifica come Ignazio Marino e Daniela Tarquini, primi firmatari dell'appello con Umberto Veronesi e Amato de Monte, che spieghino che questo disegno di legge è contrario ai valori della nostra Costituzione e alle norme di deontologia medica, ma soprattutto al rispetto della dignità della persona umana”.