"I dati in Basilicata ormai da tre anni segnano una crisi verticale del settore delle costruzioni e del manifatturiero". Lo dice Alessandro Genovesi, segretario generale della Cgil Basilicata, nel corso della trasmissione "Italia Parla" su RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale). "La Basilicata, pur essendo una regione delle aree interne meridionali, ha una forte incidenza nell'industria meccanica, agroalimentare ed energetica. Nella Regione quasi il 20% del Pil, contro l'8% della media meridionale, è legato alla manifattura. Dalla nostra crisi - quindi - la manifattura nazionale ha pagato un prezzo molto alto".

Genovesi poi commenta lo scenario con il Jobs Act: "Al massimo produrrà un effetto di 'sostituzione', come a suo tempo il decreto Poletti sui contratti a termine. Noi stiamo provando a intervenire. In Basilicata la Cgil si è battuta per ottenere un fondo per la stabilizzazione dei lavoratori precari, lo ottenemmo con la finanziaria regionale di aprile. A settembre abbiamo avuto i dati: sono arrivate più di 1.200 domande di stabilizzazione con il contratto a tempo indeterminato "pre Jobs Act". Abbiamo fatto questo fondo per la stabilizzazione, l'abbiamo ottenuto e ha portato a un successo, infatti verrà rifinanziato con l'accordo che abbiamo fatto a dicembre con la regione". Insomma, a suo avviso, "il tema della produttività non si affronta con le tipologie contrattuali. La crisi in Basilicata - come nella maggioranza del paese - è legata ad altri nodi come il costo energetico, la mancanza di infrastrutture, la mancata qualificazione in termini di ricerca e innovazione di prodotti maturi".

Tornando alla Regione, dunque, Genovesi racconta: "Il 2 dicembre abbiamo fatto un importante accordo interconfederale, che farà della Basilicata la prima regione che sperimenterà il reddito minimo di inserimento in termini massivi, cioè 55 milioni di euro per dare un percorso di reinserimento lavorativo e una media di 450 euro al mese a circa 10mila famiglie. L'Istat certifica che abbiamo 30mila famiglie povere, quindi il piano di intervento dovrebbe 'aggredire' un terzo di questi nuclei".

"Abbiamo registrato avanzamenti - prosegue -, perché avere a disposizione risorse è la precondizione per effettuare tre-quattro grandi interventi in infrastrutture, verso Salerno e verso Matera e verso Bari per rompere l'isolamento della Basilicata. E poi non possiamo dipendere dal petrolio, né in termini di finanza pubblica né in termini di sistema paese, servono le energie rinnovabili. Intendiamo proporre a Eni e Total un grande scambio: la Basilicata è pronta a raddoppiare le estrazioni, ma chiediamo di portare il farmaceutico o la chimica leggera anche nella nostra regione. In questo modo potremmo creare 5-6 mila posti di lavoro", conclude.

Qui l'intervento integrale di Genovesi