Cgil, Cisl e Uil vanno in pressing sulla Finanziaria regionale e, dopo aver portato a casa la copertura su alcune richieste avanzate unitariamente, stringono su quelle – altrettanto importanti – ad oggi senza risorse assegnate. “Tenuto conto delle ristrettezze di bilancio, determinate anche dalla pesante mano nazionale sulla nostra regione a statuto speciale, abbiamo ottenuto risposte sufficienti, pur se parziali”, commentano i tre segretari generali regionali, Franco Belci, Giovanni Fania e Giacinto Menis. Bene, dunque, per i sindacati, che si siano trovate nuove disponibilità (70 milioni) per alleviare le sofferenze di alcuni comparti come, ad esempio, il trasporto pubblico locale, la cultura e i mutui per la prima casa, ma ora occorre recuperare nuove risorse per dare sollievo anche ad altre voci.

"La Regione – incalzano Belci, Fania e Menis – deve trovare il modo di dare consistenza finanziaria non solo alla legge sui giovani e agli enti di ricerca, ma anche al Fap, il fondo per l’autonomia possibile, per dare risposte concrete a quelle settecento famiglie del Friuli Venezia Giulia che attendono di poter accedere alla rete di servizi e sostegno, dedicati a chi ha a carico persone non autosufficienti". Nello stesso tempo – secondo i sindacati –, vanno maggiormente sostenuti i giovani, compresi i precari che lavorano all’interno degli enti di ricerca, che senza il sostegno della Regione non vedranno rinnovare il loro contratto.

“I 70 milioni trovati – commentano ancora Belci, Fania e Menis – rappresentano certamente una piccola boccata d’ossigeno, ma non dobbiamo dimenticare che ne vanno tagliati sempre 320: vale a dire che è arrivato il momento di avviare in forma concertata un vero ragionamento di riorganizzazione, pur complicato sotto elezioni, perché non si può continuare a vivere in attesa delle buone nuove che vengono da Roma o dalla Corte Costituzionale”. Cgil, Cisl e Uil chiedono, dunque, un nuovo senso di prospettiva e, per quanto riguarda la Finanziaria corrente, che il Consiglio regionale rinunci alle proprie disponibilità e che tali risorse vadano a colmare le voci sprovviste di copertura.