Secondo giorno di sciopero oggi, 31 maggio, per le lavoratrici e lavoratori della ristorazione collettiva e commerciale, delle pulizie, del multiservizi e delle agenzie di viaggio. A quattro anni dalla scadenza del loro contratto sono ancora ferme le trattative per il rinnovo, a causa di richieste da parte dei datori di lavoro considerate "inaccettabili"  su diversi elementi economici e normativi. Per questo Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs e Uiltrasporti, hanno proclamato due giorni di mobilitazione nazionale, sotto lo slogan #Fuoriservizio, con numerose manifestazioni territoriali.

In particolare, oggi (31 maggio) scenderanno in piazza lavoratrici e lavoratori di Milano (Piazza della Scala), Genova (davanti la prefettura), Bari, Bologna, Brindisi, Lecce e tutta la SiciliaRoma ha diversi appuntamenti sia nella giornata di oggi (31 maggio) che di domani (1 giugno). Mentre già ieri c'è stato un presidio davanti alla sede della Rai. I lavoratori della Campania si fermano invece l’8 giugno, l’appuntamento a Torino è per il 12 giugno davanti la prefettura, mentre in Sardegna per il 15 giugno.

I sindacati chiedono il rinnovo del contratto, un aumento in busta paga dignitoso (quello proposto è giudicato “irrisorio”), il mantenimento delle garanzie e delle tutele in caso di cambi di appalto (in particolare per il settore mense e pulizie), e si oppongono alle richieste delle associazioni imprenditoriali (Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro Servizi Confcooperative, Agci e Unionservizi Confapi, Angem ed Alleanza delle Cooperative, Fipe e Fiavet Confcommercio) che produrrebbero un peggioramento di elementi importanti, come i permessi, gli scatti d’anzianità e la malattia.

"Per il proseguio della nostra battaglia – aggiungono i sindacati - avvieremo nuove e capillari modalità di contrasto che consisteranno nel dare vita a una campagna straordinaria di carattere vertenziale”. Le categorie del settore di Cgil, Cisl e Uil intendono riservare “maggiore attenzione rispetto alla correttezza delle Certificazioni SA 8000, dei Codici etici e dei Bilanci sociali. Siamo stanchi di leggere sui siti delle aziende quanto siano corrette e attente al valore sociale del lavoro e di come siano rispettose dei propri dipendenti; parole che, ora più che mai, suonano come enunciazioni senza fondamento, spesso prodotte al solo fine di ottenere la certificazione necessaria per partecipare alle gare di concessione/appalto”.  Infine, i sindacati inizieranno a “segnalare in tutte le sedi le imprese che, pur chiudendo bilanci in attivo, quando si ritrovano al tavolo di trattativa continuano ad affermare che l’aumento contrattuale, stante il permanere della crisi, non è nelle loro disponibilità”.