"Consistenti le riduzioni che l’assessorato regionale ha compiuto in termini di risorse di bilancio e di destinazione dei fondi europei verso un sistema, quello dell’istruzione e della formazione professionale, che ha saputo portare al successo formativo e all’inclusione sociale molti ragazzi lombardi, apprezzato dalle imprese che hanno bisogno sempre più di formazione professionale adeguata e che permette anche oggi  alti tassi di sbocco occupazionale. Le agenzie formative private e pubbliche stanno quantificando in queste ore  l’impatto sulle attività offerte e sull’occupazione: l’assessorato e la presidenza  si erano impegnati a far sì che le riduzioni del bilancio regionale non avessero impatti negativi sui livelli occupazionali". Ecco perchè, fin da ora, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola della Lombardia preannunciano la mobilitazione, a difesa della buona occupazione e della qualità del servizio.

I sindacati "chiedono con forza che l’assessorato, in un momento di riduzione delle risorse, si impegni seriamente a rivedere il sistema di accreditamento che non fa selezione, ripensando e razionalizzando l’offerta formativa degli enti di formazione pubblici e del privato sociale che utilizzano risorse pubbliche. La possibilità data alle agenzie formative di inserire nello stesso gruppo studenti beneficiari della dote regionale e studenti paganti, possibilità, comunque, inopportuna e contraddittoria, dovrà essere attentamente regolamentata e controllata assumendo l’Isee come criterio, come già previsto per tutte le altre doti ed escludendo gli studenti in obbligo formativo fino a 16 anni di età".
 
"L’impegno di 8,2 milioni per la lotta alla dispersione scolastica è sì importante, perché accoglie anche suggerimenti dei sindacati, ma si concentra su un solo anno formativo, mentre la percentuale del 17,3% di studenti lombardi che non arriva nemmeno alla qualifica deve raggiungere l’obiettivo europeo del 10% nel 2020.
Anche una parte delle risorse ministeriali che finanziano l’apprendistato per conseguire una qualifica professionale durante il terzo anno Iefp (4 milioni) e che potranno essere utilmente destinate solo se si definirà un patto settoriale/territoriale fra associazioni di imprese, sindacato ed  enti formativi, rischia di diventare un’ulteriore penalizzazione se gli enti accreditati non dovessero raggiungere l’obiettivo del 5% degli allievi.
Le decisioni della giunta, varate ieri pomeriggio, mettono in crisi il sistema dei Cfp regionali, che ha sin qui garantito una formazione di qualità ormai riconosciuta dall’ordinamento nazionale dell’istruzione", concludono le sigle della scuola.