"Siamo estremamente preoccupati per la tenuta dell’occupazione nel settore delle fondazioni lirico sinfoniche. Le scellerate scelte legislative di questi anni, che hanno comportato il blocco del turn over, nè il tentativo di risolvere la crisi economica di questi teatri stanno risolvendo il problema del debito e, al contrario, stanno generando un aumento del lavoro autonomo 'obbligato', richiesto per aggirare il rischio di ricorsi". Così dichiarano in una nota congiunta le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal.                                                 

"Inoltre, non si ricorre alla chiamata di lavoratori che, pur operando con contratto a termine, hanno il diritto di precedenza. È necessario uscire da questo caos legislativo che si traduce in un aumento della precarizzazione nel comparto. Siamo in attesa dei decreti attuativi della legge sullo spettacolo, ma non sappiamo ancora se verranno prorogati i termini che stanno scadendo", proseguono le quattro sigle.

"L’opera lirica è un tratto importante dell’identità culturale del nostro Paese ed è inaccettabile l’idea di molti nella politica che vedono questi teatri come carrozzoni inutili e una descrizione di finti privilegi per i lavoratori. La politica sappia guardare alla realtà di questi teatri, messi in ginocchio da una riduzione delle risorse e anche da gestioni locali irresponsabili. Riconosca che la lirica è un patrimonio del Paese e garantisca i diritti dei lavoratori a partire dai contratti", concludono i sindacati, che hanno inviato una richiesta d'incontro sul tema alle controparti datoriali, Anfols e Agis.