Un flashmob per dire basta alle morti sul lavoro, organizzato in contemporanea allo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto lapideo, dei marmi e delle cave, del 28 aprile. È l’iniziativa organizzata da Feneal, Filca e Fillea della Campania a Napoli, che prenderà avvio alle 10 in piazza Trieste e Trento a pochi passi dalla Prefettura. E il luogo prescelto non è una variabile casuale, ma il destinatario di un messaggio chiaro, forte, che le organizzazione sindacali, a seguito dell’ennesima tragedia consumata, vogliono lanciare al governo.

Il 22 aprile l'ultimo inaccettabile episodio accaduto in provincia di Napoli: due operai hanno trovato la morte lungo la statale 7bis. Con altri tre colleghi, feriti (di cui uno in gravissime condizioni) stavano effettuando lavori stradali (secondo quanto riportano le agenzie) per conto di Anas. Secondo le prime ricostruzioni, stavano eseguendo interventi di pulizia delle cunette, nei pressi del comune di Nola, nel Vesuviano, quando sono stati travolti da un tir impazzito. I due operai – le cui identità sono al momento ancora ignote – sono deceduti sul colpo dopo essere stati scaraventati in una scarpata profonda una quindicina di metri.

Quello delle morti bianche, però, non può essere un vessillo da esibire all’occorrenza, come costantemente denuncia il segretario della Fillea Campania Giovanni Sannino, ma è il frutto di chiare e circostanziate responsabilità “che vanno accertate e lì dove è riscontrato il dolo, punite”. “Gli ultimi lutti indicano che è necessario intensificare i nostri sforzi rivendicativi e vertenziali per affermare il diritto alla salute e alla sicurezza del lavoro. Anche gli altri comparti sono attraversati da un abbassamento delle condizioni di sicurezza, da un indebolimento dei controlli e dall’evidente inefficacia delle sanzioni”, commenta Sannino, a indicare quanto la rivendicazione di condizioni ambientali e lavorative sicure, come previsto dall’articolo 7 della Carta dei diritti universali del lavoro, l’iniziativa di legge popolare promossa dalla Cgil, sia una lotta necessaria e trasversale a tutti i settori lavorativi, a partire dall’edilizia, che continua a detenere il triste primato per numero di incidenti. E tra le regioni italiane, la Campania resta tra i territori più colpiti dal fenomeno.

“Ogni morte sul lavoro è un fallimento per tutti: per le vittime, così come per il mondo delle imprese, le istituzioni e il governo, che ha gravi responsabilità, promuovendo politiche tese a indebolire il lavoro, renderlo sempre più precario e meno costoso per il mondo delle imprese nell’illusione di favorire la loro competitività”, denuncia il segretario generale della Fillea campana, che il 28 aprile con Feneal e Filca rivendicherà un tavolo di confronto con la Regione e una verifica sull’efficacia della vigente legge regionale sulla sicurezza, insieme alla richiesta dell’ampliamento della tutela delle famiglie colpite dagli eventi luttuosi, previsto dalla recente legge regionale sul sostegno educativo per i figli delle vittime sul lavoro.

“Con le morti bianche – conclude Sannino – è la civiltà del lavoro a essere messa duramente in discussione e oggi più che mai, di fronte alla sua parcellizzazione, si fa sentire più forte la necessità di riunificare il lavoro e inverare il sistema dei diritti e delle tutele. Un’azione che la Cgil compie quotidianamente e che rilancia con l’iniziativa della Carta dei diritti universali del lavoro, quattro firme per affermare un principio inderogabile: il lavoro è dignità e nessun provvedimento degno di un Paese civile e avanzato può pensare di spezzare tale legame”.