Si è conclusa positivamente con un'assoluzione con formula piena, 'per non aver commesso il fatto', la vicenda dei 38 operai Fiom della Fincantieri di Palermo, accusati ingiustamente dall'azienda. I fatti risalgono a luglio 2011, quando tutti gli operai del cantiere e dell'indotto e tutte le organizzazioni sindacali parteciparono a uno sciopero, durato 11 giorni, proclamato per il mancato arrivo a Palermo di una commessa da 70 milioni e l'annuncio di cassa integrazione a zero ore per un tempo non definito. "È una grandissima vittoria per la Fiom e per gli operai, che ristabilisce la verità sui fatti dell'epoca”, dichiara Angela Biondi, segretaria generale della Fiom di Palermo.

Allo stesso tempo, a Venezia, il gip ha archiviato la querela intentata ancora da Fincantieri per diffamazione e calunnia contro Report, Fiom e Ispettorato del lavoro, non accogliendo la tesi dell'azienda, poiché l'inchiesta televisiva sul sistema delle imprese degli appalti 'non riporta nessuna notizia intrinsecamente falsa', come sostenuto nella querela per diffamazione. "Con quell'atto, la magistratura ha sancìto che quanto denunciato, oltre ad essere legittimo, dunque non perseguibile, costituisce un diritto inalienabile da parte della Fiom di critica, ma sopratutto di poter far conoscere all'opinione pubblica le scandalose condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori degli appalti a Marghera”, afferma Michele Valentini, segretario generale Fiom Venezia.

“I due recenti casi di assoluzione piena a Palermo e di archiviazione a Venezia da parte della magistratura - osserva Roberto D'Andrea, coordinatore nazionale Fincantieri per la Fiom - dimostrano che Fincantieri, invece di accanirsi contro il sindacato e i lavoratori che contribuiscono quotidianamente al successo dell'azienda, dovrebbe impiegare energie e risorse per risolvere le questioni sollevate dalle organizzazioni sindacali: prima tra tutte, lo sfruttamento presente nei suoi appalti. Il confronto negoziale è la sfida su cui chiediamo al gruppo di adoperarsi”.