“Ieri, purtroppo, è stata scritta una tristissima pagina nella storia del settore”. Così, in una nota, le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti di Roma e del Lazio.

“A seguito dell’ennesima iniziativa di lotta intrapresa dal movimento Si Cobas – continuano i sindacati –, i lavoratori nostri iscritti sono arrivati allo scontro fisico con gli iscritti Cobas, che impedivano loro l’accesso al proprio posto di lavoro. Ancora una volta, il sindacato di base, che conta una manciata di iscritti sul nostro territorio, impedisce a tutti gli altri lavoratori di poter scegliere liberamente se aderire o meno alle proprie iniziative. I motivi di tali scioperi, per noi incondivisibili anche nelle modalità di attuazione, stanno portando al fallimento l’azienda Sda express courier, e mettendo a repentaglio l’occupazione di oltre 6.000 persone, esasperando i tantissimi lavoratori, diretti e indiretti della Sda, che in tale movimento non si riconoscono e che giorno dopo giorno devono subire passivamente le decisioni di lotta prese da altri".

"La lotta di classe tanto sbandierata e fortemente cercata dal Si Cobas – aggiunge il comunicato – si sta di fatto concretizzando, nell'indifferenza delle istituzioni, e coinvolgendo due ceti appartenenti alla stessa classe sociale che si stanno fronteggiando tra loro. Abbiamo sempre ritenuto il nostro ruolo di forte impatto sociale; e abbiamo approcciato questo settore, fortemente influenzato dalla presenza di migranti, con un ruolo, tra l’altro, di mediatori culturali. Invece, notiamo la volontà del sindacato di base di inasprire gli animi e fomentare gli attriti tra i lavoratori".

"È drammatico – proseguono i confederali – che si parli sui loro mezzi di propaganda di un attacco squadrista di stampo fascista, avvenuto ieri in Sda a Roma, quando i fascisti e gli squadristi da loro individuati, in realtà, altro non erano che i nostri iscritti, esasperati dall’ennesima privazione della loro libertà e preoccupati di poter perdere la loro unica fonte di sostentamento economico, in caso di chiusura dell'azienda, che sta perdendo fatturato e importanti quote di mercato, a seguito dei continui e quotidiani scioperi del Si Cobas".

"Purtroppo, tali lavoratori hanno semplicemente reagito alle provocazioni e coercizioni subìte, con una modalità non consona in un paese che dovrebbe essere democratico, se le istituzioni facessero il proprio mestiere. Condanniamo a priori ogni forma di violenza perpetrata a qualsiasi titolo, e siamo vicini ai lavoratori che hanno dovuto far ricorso alle cure in ospedale, tra i quali cinque nostri iscritti. Va trovata una soluzione per ripristinare immediatamente la democrazia e la legalità nel magazzino della Sda, favorendo la possibilità di scegliere a maggioranza eventuali iniziative di lotta, che comunque mai e poi mai potranno privare le persone della loro libertà", concludono le tre sigle.