La Fillea conta quasi 1.000 iscritti a Fermo e Ascoli Piceno e tutela i lavoratori dell’edilizia, del legno e delle cave. La Fillea, riunita sabato 9 novembre a Pescara del Tronto (Arquata del Tronto, Ascoli Piceno), si avvia al primo congresso provinciale e si impegna, per i prossimi quattro anni, a continuare le battaglie per la legalità, per il lavoro e per la buona qualità dell’occupazione. Sisma, rete infrastrutturale, impianti fissi sono tre principali direttrici verso cui è e sarà rivolta l’azione della categoria. La Fillea e la Cgil hanno deciso di fare un investimento nel territorio ascolano e fermano in termini di persone ed energie costituendo una squadra giovane e motivata con a capo una donna, la segretaria (neoeletta) Paola Senesi.

RICOSTRUZIONE POST-SISMA
La ricostruzione, dopo il sisma del 2016, è partita con il passo sbagliato: già nella fase dell’emergenza si sono visti i gravi limiti delle tante aziende e committenze che hanno operato. A distanza di tre anni dalle principali scosse la ricostruzione si è rilevata lenta e sregolata. Nelle province coinvolte nella ricostruzione, il “sistema” ha dimostrato di non avere anticorpi robusti contro infiltrazioni e abusi e tutto si è svolto in totale assenza di regole, trasparenza e legalità.

GRANDI OPERE
Nei due territori sono al palo diverse grandi opere e grandi interventi infrastrutturali. Ultima in ordine cronologico i cantieri dell’Anas, appaltati alla Carena (storica azienda ligure operante nel settore dal 1860), che da agosto sono fermi nel sostanziale disinteresse generale. Tanto ci sarebbe da dire anche per i 18 milioni di euro del piano per le periferie che, sebbene programmati, non sono stati ancora cantierizzati. Così come non si vede la luce per l’Ospedale di Amandola, il ponte di Rubianello, ma anche il completamento della provinciale Mezzina e l’ammodernamento della Mare-Monti. Infine, con un occhio anche al futuro del settore e all’impatto ambientale, sarebbe utile anche ripristinare la ferrovia che collega Amandola con la costa e la relativa elettrificazione. La riprova di quanto sostenuto dalla Fillea e cioè che il problema italiano non è solo la quantità di risorse stanziate in edilizia, ma anche la possibilità di spendere quanto stanziato (anche per ritardi degli enti locali o per situazione economica e patrimoniale delle imprese).

I DATI DEL SETTORE
Nelle province di Ascoli e Fermo, negli anni della crisi, si sono persi quasi il 50% dei posti di lavoro, che significano oltre 3.000 posti in meno e oltre 600 aziende cessate. A questo si aggiunge un dimezzamento delle ore lavorate e delle masse salari delle casse edili (da 60 mila del 2009 alle 30 mila circa del 2018). La media delle ore mensili lavorate in edilizia si attesta intorno a 100 nelle province, numero che da solo dice dove sta andando il settore e quali trasformazioni in termini di riemersione di lavoro nero e grigio sta subendo. Si vedrà se, nei prossimi mesi, con il Durc per congruità che la Fillea ha fortemente voluto, il sindacato sarà in grado di modificare questi numeri indecenti per una regione civile. Le priorità per la Fillea provinciale, ribadite nel congresso di sabato 9 novembre, rimangono la tutela del lavoro e delle lavorazioni, l’intera struttura è impegnata nel supporto alla tante vertenze aperte.