“Non vorremmo assistere a uno scambio nel quale si barattano prerogative pubbliche in cambio di investimenti, ancora non si comprende di quale entità, da parte dei soci privati”. A dirlo in una nota, Cgil, Cisl e Uil di Bologna commentando la richiesta da parte dei soci privati della Fiera di vincolare i loro investimenti tramite aumento di capitale, a modifiche statutarie che limiterebbero le prerogative dei soci pubblici a favore dei privati.

“L’attuale statuto della Fiera – ricordano le tre sigle – è regolato e coerente alla legge regionale 12/2000. Le prerogative dei soci pubblici quindi non sono astratte, ma riferite al fatto che i soci pubblici, all’atto di costituzione, conferirono a Bologna Fiere Spa l’ingente patrimonio immobiliare che essa ora possiede, e che quindi non possono essere eliminate”.

“Riteniamo che la Fiera sia un bene per la collettività bolognese ed emiliano romagnola, e che quindi un serio piano di investimenti sia l’assoluta priorità, investimenti che debbono essere coerenti con le politiche di sviluppo metropolitano, perché Bologna Fiere sia il motore dello sviluppo del sistema fieristico regionale”.