Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, si è rivolto oggi, 20 giugno, a Sergio Marchionne, ad di Fiat, in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano la Repubblica. “In questi anni difficili per la crisi e per il non riconoscimento dei diritti sindacali i lavoratori iscritti alla Fiom han pagato un prezzo molto alto ed ancora oggi negli stabilimenti persiste un doppio regime di diritti che per un interesse generale deve essere superato”, scrive Landini che poi chiarisce quanto accaduto lunedì scorso alla Maserati di Grugliasco: “lo sciopero di un'ora per tenere una assemblea coi lavoratori – spiega - è stata una scelta presa dopo che ci è stato negato il diritto di poter discutere con i lavoratori”.

“I delegati della Fiom – afferma ancora il leader della Fiom - han chiesto di tenere l'assemblea per discutere dei problemi che persistono nello stabilimento e avanzare proposte per risolverli”. “Nel primo incontro avuto con la direzione aziendale abbiamo chiarito due punti: che non avremmo firmato il CCSL (Contratto collettivo specifico di lavoro) e che non pretendiamo di cancellarlo, ma che nell'interesse dei lavoratori avremmo negoziato nel merito delle singole questioni. Inoltre, abbiamo chiarito che per quel che ci riguarda le azioni legali, che non sono mai state alternative alla contrattazione, erano tese ad un riconoscimento di democrazia, tanto che l'ultimo atto che abbiamo compiuto è stato l'accordo per il rientro dei delegati della Fiom nello stabilimento di Pomigliano”.

“Nel Gruppo molte lavoratrici e lavoratori dopo anni di cassa integrazione, con il piano presentato a Detroit hanno davanti almeno altri due anni di ammortizzatori sociali in Italia. Io non credo che sia possibile continuare su una strada che non preveda la contrattazione”, conclude Landini.