“Abbiamo ribadito al ministro Scajola la nostra contrarietà alla riduzione del numero degli stabilimenti che producono auto in Italia.” Lo ha dichiarato Enzo Masini, Coordinatore nazionale auto per la Fiom-Cgil, incontrando i giornalisti presenti al ministero dello Sviluppo economico al termine dell’incontro che si è svolto oggi, su invito del Governo, con i sindacati dei metalmeccanici.

“Sappiamo tutti - ha ricordato Masini - che oggi è in atto una crisi dell’industria dell’auto a livello globale. Ma, per ciò che riguarda l’Italia, ci sono due condizioni particolari che occorre tenere presenti quando si imposta un discorso sulle prospettive di questo settore industriale nel nostro Paese. La prima è che in Italia si producono troppo poche auto, sia rispetto a quelle che annualmente vengono acquistate nel nostro Paese, sia rispetto a quelle che, sempre su base annua, vengono prodotte nei Paesi europei comparabili con il nostro. La seconda è che in Italia, in pratica, c’è una sola casa produttrice di autovetture: la Fiat”.

“Da tutto questo
– ha proseguito Masini – si ricava che la stessa Fiat, che tra l’altro sta sopportando le conseguenze della crisi attuale meglio di altri competitori globali, ha una grande responsabilità nei confronti del nostro Paese e che, quindi, non può far pagare a questo stesso Paese le conseguenze del suo recente accordo con la Chrysler”.

“Secondo noi – ha aggiunto Masini – per affrontare il futuro della Fiat in Italia servono investimenti e nuovi modelli, allo scopo di poter sostenere i livelli di produzione che saranno necessari per reggere alla competizione globale via via che la crisi si attenuerà. In quest’ambito, va confermata la vocazione originale dello stabilimento di Termini Imerese: l’assemblaggio di autovetture. Ovviamente, se vi sono dei fattori di costo esterni, relativi alla collocazione logistica dello stabilimento, occorre lavorare per azzerarli: ma questo è possibile”.

“Al Governo - ha concluso Masini - abbiamo chiesto che ci siano ulteriori momenti di confronto sull’industria dell’auto in Italia. Per parte nostra, intendiamo mantenere viva la più grande attenzione, perché pensiamo che questo nostro confronto non sarà facile né con il Governo, né con la Fiat.”