Vendere Mirafiori alla Volkswagen? “Magari”, dice in un'intervista a Repubblica Giorgio Airaudo, responsabile Fiom per il settore auto. “Se servisse a saturare gli impianti, sarebbe una buona idea, ed eviterebbe che i tedeschi vengano in Italia a fare shopping tra i marchi dell'auto senza garantire il lavoro agli stabilimenti italiani”.

Nell'intervista Airaudo parla anche delle strategie del Lingotto e bolla come “un altro passo verso la deitalianizzazione” il trasferimento della sede legale di Fiat Industrial, perché “quando si fondono le società, come nel caso di Industrial e Cnh o in quello di Fiat e Chrysler, si dividono gli investimenti. E quando le fusioni vengono fatte con società che operano in mercati più redditizi, come quello americano, il rischio è che gli investimenti maggiori vengano fatti in quei mercati”, avverte Airaudo.

Per evitarlo, si devono “contrattare i prodotti al livello dei singoli Stati”, spiega l'esponente sindacale. “Con Marchionne lo hanno fatto tutti, da Obama ai serbi. L'unico governo che non lo ha fatto è stato quello italiano”. Per Airaudo, Marchionne “ha un piano preciso, concordato con la proprietà, per spostare in America il baricentro della Fiat”. Fabbrica Italia, dice, “non esiste più. Di 20 miliardi ne abbiamo visti forse 3”.

In questo quadro, prosegue Airaudo, “quel che bisogna fare da subito è chiedere un intervento del governo per salvaguardare l'interesse nazionale. Che significa proporre ad altri costruttori condizioni tali da attirare qui gli investimenti”.