"Con l'approvazione da parte della Giunta regionale della delibera sulla procreazione medicalmente assistita nel Lazio si riaprono le speranza di tante donne e uomini di vedere rispettare un diritto che dieci anni fa era stato stracciato, portando il nostro paese indietro nel percorso di civiltà e di libertà. Oggi si apre quindi la possibilità per molte coppie di poter accedere a tale percorso, assistite dalla struttura pubblica nel proprio territorio e nel Lazio, unica regione, anche da strutture private accreditate".

Così, in una nota, Donatella Bruno, responsabile del Coordinamento Donne della Cgil di Roma e del Lazio e Fiorella Puglia, segretaria della Fp Cgil di Roma e del Lazio. "Sappiamo che già molte richieste sono state avanzate - continuano - ma riteniamo che la Giunta Zingaretti debba valutare approfonditamente anche la questione dei costi che le coppie dovranno sostenere: qui tocchiamo un tasto doloroso che può minare il pari accesso alle terapie da parte degli interessati. Siamo convinte che sia assolutamente necessario trovare la strada per far sì che i costi e le tariffe siano ridotti al minimo e siano omogenei". "Accesso al servizio e costi sostenibili - aggiungono - devono rappresentare la conferma che la procreazione medicalmente assistita costituisca diritto a una maternità e paternità consapevole, fino a oggi limitato da una legge ingiusta e iniqua. Sarebbe un ulteriore accanimento se le coppie fossero costrette a migrare in altre regioni perché la loro scelta sia anche economicamente sostenibile".