“Nella tarda mattinata di oggi, venerdì 12 giugno, la Camera del Lavoro di Milano h accompagnato la signora Anna Rossi (nome di fantasia) assistita dagli avvocati Annalisa Rosiello e Carlo Facile a depositare il proprio ricorso per chiedere il reintegro sul posto di lavoro, l’accesso al sito espositivo Expo e i danni. Questo è il primo di una serie di ricorsi a tutela dei lavoratori licenziati o sospesi dal lavoro a causa del diniego di accesso disposto dalla Questura di Milano”. E' quanto afferma un comunicato della Cgil Milano.

Per la Camera del Lavoro di Milano questo “è un caso emblematico e riguarda il licenziamento di una lavoratrice in possesso di un regolare contratto di assunzione a termine per l’intera durata dell’esposizione a cui, dopo 10 giorni dall’inizio del lavoro, è stato negato l’accredito. Nessuna spiegazione è stata fornita rispetto alla decisione, se non l’affermazione che il diniego era legato a “verifiche” dell’autorità di pubblica sicurezza non meglio chiarite da nessuna delle parti coinvolte: Fondazione Triulza srl ed Expo”.

“Con questo ricorso così come per i futuri, - conclude la nota - si chiede l’immediata reintegrazione al lavoro delle persone sospese o licenziate e l’immediato rilascio del provvedimento autorizzativo, dato che non esistono ragioni plausibili per negarlo. Viene chiesto inoltre il pieno riconoscimento dei dati patrimoniali e non patrimoniali. Per la Camera del Lavoro di Milano i ricorsi sono lo strumento per appurare in modo trasparente e totale su quello che riteniamo essere un vero e proprio abuso e pertanto si richiede al giudice del lavoro di acquisire tutte quelle informazioni utili ad accertare le violazioni subite dai lavoratori esclusi dal lavoro in Expo”.