"Continua il presidio permanente dei due lavoratori incatenati davanti al cantiere ex Nca, perché ingiustamente licenziati. Questa è la seconda settimana di presidio, ed é una grave ingiustizia che due lavoratori dopo una vita di lavoro siano sbattuti fuori dall’azienda da un padrone senza scrupoli. Stamattina abbiamo richiesto un incontro, presentandoci alla portineria del cantiere. Ovviamente non ci hanno risposto né ricevuto, trincerandosi dietro un assordante silenzio. D’altronde, da un’azienda che aveva tenuto molti lavoratori per oltre un anno in un reparto confino a non lavorare non ci potevamo aspettare nulla. Ma era un atto dovuto, questo anche a conferma, qualora ve ne fosse ulteriormente bisogno, dell’idea prepotente con cui si pensa di gestire un’impresa". È quanto afferma Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana.

"I lavoratori incatenati non solo subiscono il licenziamento, ma sono anche vittime di un sistema che ha teso a riportare la Costituzione fuori dai luoghi di lavoro, e le responsabilità politiche di aver reso a buon mercato il lavoro sono gravissime. Non possiamo tollerare ingiustizie di tale gravità nè tollerare luoghi di lavoro dove i diritti e il rispetto dei lavoratori sono negati alla radice. Nella civile Toscana molte sono le imprese fondate su civili relazioni sindacali e sul rispetto delle persone che lavorano. Le varie iniziative sindacali a sostegno dei due lavoratori si susseguono quotidianamente, ma vi é bisogno anche di ulteriori passaggi Istituzionali, e oltre al Consiglio comunale straordinario a Carrara, sarebbe opportuno che anche la Regione convocasse un apposito Consiglio regionale sulla vicenda e sullo sviluppo distorto di tutta la nautica in Toscana che, se fondata su queste basi, riteniamo non abbia futuro", continua il sindacalista.

"Abbiamo il dovere di dare un indirizzo strategico a un settore in ripresa e non permettere che si assista a gestioni scellerate di importanti aziende, dove il valore sociale del lavoro viene mortificato. Ci vogliono scelte coraggiose, e anche la Regione, oltre al Comune, può intervenire sulle concessioni pubbliche demaniali su cui operano i cantieri nautici. Nulla è semplice, ma ognuno si deve assumere le proprie responsabilità e laddove non vi sia un uso del demanio pubblico nel miglior interesse della collettività, si devono avviare le pratiche per revocare la concessione", conclude il dirigente sindacale.