All’Eurallumina di Portovesme la tensione è ancora alta. Dopo quattro giorni di presidio a Cagliari davanti al palazzo di via Roma, sede dell’assessorato regionale all’Ambiente, il 2 febbraio è arrivato il confronto con la giunta. L’iter autorizzativo per la riapertura dello stabilimento di alluminio ex Alcoa dura ormai da oltre 42 mesi, la rappresentanza sindacale unitaria scandisce i giorni: sono esattamente 1.294, non ancora sufficienti per ottenere la conclusione del procedimento. C’è voluta un’altra manifestazione, con le “tute verdi” in piazza il 25 gennaio, per smuovere le acque. “Gli assessori regionali Spano e Arru, rispettivamente all’Ambiente e alla Sanità, hanno comunicato – raccontano i componenti della Rsu dello stabilimento di Portovesme – che nelle riunioni tra i tecnici e i dirigenti dei vari enti coinvolti non sono emerse richieste di integrazioni alla documentazione inoltrata. Nel breve giro di una settimana l’azienda Eurallumina riceverà le indicazioni sulle specifiche parti che richiedono ulteriori delucidazioni”.

Le “tute verdi” hanno deciso di sospendere il presidio davanti all’assessorato. Vigileranno in attesa degli sviluppi. “La Rsu verificherà il rispetto dei tempi – proseguono i rappresentanti dei lavoratori –, auspicando che questo ulteriore passaggio si concluda con la rapidità dovuta a un procedimento che è già andato ben oltre ogni possibile ritardo”. Sono passati 9 lunghissimi anni dal quella settimana di febbraio (2009) che sancì la fermata dell’impianto che trasformava la bauxite in allumina, l’oro del Sulcis, il primo segmento della produzione italiana del prezioso metallo. “Il presidio dei giorni scorsi – argomentano alla Rsu di Portovesme – ha visto la costante partecipazione, motivata e compatta, di moltissimi lavoratori. Per questo abbiamo deciso di mantenere alta la tensione, resterà operativo lo stato di mobilitazione permanente, che verrà modulato nella sua intensità conseguentemente agli sviluppi della situazione, siamo determinati e convinti che sarà necessario un ulteriore sacrificio per il raggiungimento della ripresa produttiva e il pieno reinserimento lavorativo di tutte le maestranze”.

Gli impegni assunti dalla politica per far ripartire l’industria nel polo di Portovesme devono fare i conti con i freni di quella macchina burocratica che nel corso degli anni ha portato alla miseria un intero territorio. Tutti hanno ormai ben capito che le produzioni, di qualsiasi tipo, devono rapportarsi al territorio e all’ambiente, ma proprio quando gli orientamenti e la volontà di chi ha la responsabilità di far andare avanti gli impianti sembravano andare nella direzione richiesta, è entrata in gioco la lentezza delle procedure (autorizzazioni che faticano ad arrivare): tutto quel corredo di “virgole” che fanno disperare le famiglie in attesa di lavoro. “Nella riunione del 2 febbraio è stato ribadito l’impegno istituzionale della giunta regionale – concludono i lavoratori di Eurallumina –, ci hanno assicurato che è per loro prioritaria la conclusione positiva del percorso autorizzativo propedeutico al rilancio della filiera dell’alluminio”. La lotta rimane in piedi, le “tute verdi” sono più che mai motivate, la rappresentanza unitaria non intende mollare. Ma intanto il “contagiorni” va avanti inesorabilmente.