Non andrà in ferie la mobilitazione dei lavoratori dell’Eurallumina di Portovesme. Per domani (29 luglio) è previsto – con lo scopo di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda – un nutrito numero di azioni di protesta, che culmineranno con un presidio e un sit-in presso l’assessorato regionale all’Ambiente, a Cagliari. La vertenza Eurallumina, una delle fabbriche più importanti del polo metallurgico di Portovesme è attualmente arenata in attesa delle autorizzazioni necessarie all’avvio del piano di ripresa produttiva.

La straordinaria mobilitazione per la riapertura dello stabilimento prosegue dal marzo del 2009, il giorno dell’annuncio ufficiale della fermata degli impianti di produzione di allumina, la materia prima da cui si estrae l’alluminio, il prezioso metallo che oggi l’Italia importa totalmente dall’estero. Le “tute verdi” dello stabilimento in provincia di Carbonia-Iglesias a giugno hanno portato a casa importanti risultati, in grado di assicurare, se non ci saranno ulteriori perdite di tempo, il riavvio nei prossimi mesi.

Negli ultimi tre mesi numerosi incontri si sono tenuti tra i tecnici dell’assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna, per esaminare nei dettagli alcuni dei punti indicati nel fascicolo integrativo scaturito dalla Conferenza dei servizi del 29 e 30 dicembre 2015, che aveva richiesto chiarimenti e integrazioni al progetto di ripresa produttiva. Lo scorso 10 maggio all’Eurallumina è stata concessa una proroga di 90 giorni per presentare le memorie, un periodo ritenuto sufficiente e che porterà alla consegna definitiva delle autorizzazioni entro i termini previsti.

Tutti i tasselli più importanti della vertenza sono completati – osserva Corrado Marongiu, della Filctem Cgil, membro della Rsu aziendale –, con la realizzazione e il funzionamento della barriera idraulica nell’area di stoccaggio dei reflui, verificata nei giorni scorsi dai dirigenti del settore ambientale dell’ex (attualmente commissariata, ndr) Provincia di Carbonia-Iglesias e dell’Arpas, si è di fatto conclusa la messa a norma del sito” (uno dei nodi che aveva bloccato l’azienda e che ora, grazie a ingenti investimenti, è finalmente rispettosa delle richieste della magistratura e delle indicazioni del ministero dell’Ambiente).

Passo dopo passo, sempre sotto l’occhio vigile della Rsu e dei lavoratori, si sta giungendo al completamento del piano industriale di riavvio della produzione e allo sblocco degli investimenti, quantificati in oltre 200 milioni di euro, che riporteranno al lavoro i 357 lavoratori diretti, con circa 100 nuovi assunti, e i 270 lavoratori degli appalti. La fase di riavvio dovrebbe durare, secondo i piani, circa 36 mesi. “La nostra vertenza coinvolge migliaia di persone ed è indispensabile per la ripresa economica e sociale dell’intero territorio – prosegue Marongiu –. Dopo le iniziative di protesta della Rsu e dei lavoratori a Roma e a Cagliari nella prima settimana di maggio, abbiamo ottenuto l’attenzione del governo, con il coordinamento del Consiglio dei ministri e del ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. Per questo stiamo battendo il ferro adesso che è ancora caldo, perché noi ci crediamo”.

Agli ultimi incontri di giugno, al ministero dell’Industria, hanno partecipato anche i rappresentanti della presidenza della Giunta regionale e degli assessorati coinvolti (Industria e Ambiente). Ai tavoli sono sempre stati presenti anche i massimi livelli aziendali della Rusal, la multinazionale russa che detiene il pacchetto di maggioranza dell’azienda. “La mobilitazione non si ferma qui – conlude Marongiu –, proseguirà a tutela di quanto conquistato fino a oggi. I dirigenti e i tecnici dello stabilimento si sono impegnati al massimo per realizzare il programma di riavvio che proseguirà anche nei prossimi mesi. Un programma attuato soprattutto grazie alla disponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Eurallumina e degli appalti”.