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Sciopero nazionale oggi (venerdì 30 giugno) dei 320 dipendenti della Soget spa, in seguito all’apertura il 18 aprile scorso di una procedura di licenziamento collettivo per 26 ufficiali di riscossione operanti in Abruzzo, Puglia e Calabria. Lo stop, indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, giunge al culmine dello stato di agitazione proclamato da tempo dai sindacati.
La Soget si occupa di riscossione dei tributi per gli enti locali, opera da oltre dieci anni nel settore con un’attività ormai consolidata, che ha visto in quest’arco temporale crescere il numero degli impiegati. “Oggi però la Soget – spiega un comunicato sindacale – decide di modificare la propria organizzazione, optando per il licenziamento di figure professionali specializzate come gli ufficiali di riscossione, cresciuti e formati all’interno dell’azienda”.
Le trattative svolte nei giorni scorsi hanno visto da parte aziendale “un atteggiamento di totale chiusura a tutte le proposte avanzate e ai tentativi di risoluzione non traumatica della vertenza, che avrebbero permesso di evitare i licenziamenti del personale coinvolto”. Già fissato per giovedì 6 luglio l’incontro presso il ministero del Lavoro per affrontare la fase amministrativa della procedura.
Nell’ultimo incontro del 6 giugno scorso, spiega Loredana Colarusso della Filcams Cgil nazionale, i sindacati hanno chiesto alla Soget di revocare la procedura di licenziamento collettivo, sottoponendo anche all’azienda “la possibilità di utilizzazione diversa di tale personale, o di una sua parte, nell’ambito della stessa impresa, anche mediante contratti di solidarietà e forme flessibili di gestione del tempo di lavoro”.
Ma l’azienda si è detta indisponibile sia a recedere dalla procedura sia ad accordare un ulteriore periodo di tempo per il confronto con i sindacati. “Il management di Soget – continua l’esponente Filcams - ha ammesso che dopo questa prima procedura di licenziamento collettivo, che riguarda esclusivamente gli ufficiali della riscossione, non è da escludere che vi possa essere l’apertura di una successiva procedura di riduzione degli organici finalizzata all’espulsione di una parte degli impiegati tecnico-amministrativi”.
L’atteggiamento di chiusura da parte dell’azienda si è riscontrato, infine, anche in ordine al ricorso alle prestazioni garantite dal Fondo di integrazione salariale presso l’Inps. “Nonostante Fisascat, Filcams e Uiltucs – conclude Colarusso - abbiano reiterato la richiesta di prevedere l’attivazione dell’assegno di solidarietà, in quanto trattamento più garantista per i lavoratori riguardo la durata complessiva dell’integrazione, la Soget si è trincerata dietro un non meglio precisato impedimento di carattere operativo, tale da inficiare l’impiego dell’istituto”.