Niente fondi, si assottigliano le speranze per gli esodati rimasti senza salvaguardia. Lo conferma il relatore al decreto sulla spending review Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), che sta lavorando con il governo per presentare gli emendamenti in commissione Bilancio al Senato. "È difficile - ha detto a margine dei lavori a Palazzo Madama - un ulteriore allargamento rispetto alla platea dei 55mila" tutelati (che si aggiungono ai 65mila previsti da un decreto precedente collegato alla manovra salva Italia).

Tra le proposte di modifiche presentate c'era infatti anche la richiesta di un ulteriore allargamento della platea di chi è rimasto nel limbo senza stipendio né pensione. Tema che avrebbe potuto essere oggetto degli emendamenti che i relatori presenteranno entro la mattina di giovedì 25 luglio. L'altra notizia è che dovrebbe saltare, ma solo per quest'anno, il taglio di 30 milioni ai fondi per la ricerca.

Ma la lista dei tagli resta ampia, così come quella delle proteste. Il 24 luglio sono scesi in piazza i sindaci, con un presidio dell'Anci al Senato contro la decurtazione di 500 milioni per quest'anno e di 2 miliardi per il prossimo. "È inaccettabile", dicono i primi cittadini, sottolineando che se il Parlamento non rimetterà mano alla sforbiciata saranno costretti ad aumentare le tasse locali per evitare di finire con i conti in rosso.

Il 26 luglio sarà invece il turno di Cgil, Cisl e Uil, che torneranno a farsi sentire in una manifestazione nazionale convocata a Roma proprio sulla questione esodati. Confermata anche la serrata delle farmacie per lo stesso giorno: lo afferma Annarosa Racca, presidente di Federfarma, ricordando la protesta è stata indetta contro le misure in materia di spesa farmaceutica contenute nella spending review.