“Un grido di allarme per la sostenibilità e la salvaguardia degli otto centri pubblici di formazione professionale della regione Emilia Romagna”. A lanciarlo sono i sindacati della scuola di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna. “Dopo vari incontri con l'Associazione regionale dei centri pubblici che per primi hanno lanciato l'allarme sull'intenzione della Regione di non finanziare attraverso la legge 5/2001 il sistema pubblico della formazione professionale – si legge in una nota –, fin dallo scorso mese di ottobre abbiamo scritto al presidente della Regione Stefano Bonaccini e agli assessori Bianchi (Istruzione e Formazione professionale) e Petitti (Bilancio) per chiedere spiegazioni. Quanto adottato dalla Regione, se non rivisto, porterà nel breve periodo al collasso dei centri pubblici”.

I sindacati chiedono “di non abrogare le disposizioni che garantiscono l'agibilità del sistema pubblico; di inserire nella legge finanziaria le risorse necessarie per non pregiudicare la tenuta del perimetro pubblico che non deve arretrare di un solo millimetro; garantire l'occupazione di oltre 200 dipendenti (di cui il 90% sono donne) e 1.200 collaboratori a vario titolo impegnati nelle attività formative e di servizio a supporto dei Comuni; salvaguardare il ruolo pubblico e sociale dei centri di formazione professionale esercitato sul territorio attraverso un sistema di relazioni e convenzioni con gli enti pubblici ma non solo; attivare un tavolo regionale congiunto alla presenza del soggetto di rappresentanza dei centri pubblici”.

“Per noi il tempo è scaduto”, conclude la nota. “La situazione è gravissima, così come il comportamento superficiale dei decisori politici. Il 6 giugno prossimo convocheremo un'assemblea regionale di tutti i dipendenti dei centri pubblici e da quel momento si avvieranno tutte le iniziative di mobilitazione che si riterranno necessarie per risolvere positivamente quella che per noi, ora, è una vera e propria vertenza. La Regione deve rispondere a una domanda molto semplice: il sistema formativo pubblico della formazione professionale rientra ancora tra le priorità? Oppure, attraverso l'indebolimento del sistema pubblico, attraverso la riduzione delle risorse, attraverso la cancellazione della Legge 5/2001 si vuole smantellare il sistema pubblico della formazione professionale regionale?”.