Gli ultimi dati Istat sull'occupazione, il Jobs act, il Patto per il lavoro su base regionale, la contrattazione territoriale, la sicurezza, la legalità. Sono i temi affrontati da Vincenzo Colla, segretario generale della Cgil Emilia Romagna, intervenuto stamattina ai microfoni di Italia Parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale).

"Nella nostra regione, i senza lavoro sono scesi dal 9,2 all'8,8%: è un fatto positivo; del resto, abbiamo firmato migliaia di accordi sulla cassa integrazione proprio per non perdere occupati. Ora bisognerà vedere se tale tendenza verrà confermata nei prossimi mesi. Ma c'è un problema evidente: al di là delle cifre, la scommessa è se ci sarà la ripresa, se inciderà sulla precarietà, sulla redistribuzione del reddito, sulla condizione di povertà in cui vivono tanti lavoratori. È il problema che abbiamo di fronte, perché sappiamo che si può avere una ripresa anche nell'ingiustizia, com'è accaduto in passato. Questa è la scommessa da giocare in Emilia Romagna, anche attraverso la discussione sul Patto per il lavoro che la regione ha aperto con noi", ha osservato il dirigente sindacale.

"Come Cgil, abbiamo presentato il Piano per il lavoro anche alla nostra regione: il nostro obiettivo è la buona e piena occupazione, e il filone d'intervento è utilizzare le risorse dei fondi strutturali al meglio, che per noi vuol dire innovazione, messa in sicurezza del territorio, ma anche che non si fanno bandi di gara per dare i soldi a chicchessia: le imprese coinvolte devono rendere vincolante in forma preventiva che quando prendono un euro di soldi pubblici in cambio c'è un'assunzione, un lavoratore stabile e non precario", ha continuato Colla.

"Siamo disponibili al confronto, il più possibile unitario e allargato a soggetti, come iscritti, lavoratori, pensionati, associazionismo, cittadini. Facciamo questa discussione con diverse chiusure di accordi unitari alle spalle, e vogliamo continuare in quel solco. A tal fine, stiamo posizionando strategìe comuni per rendere sempre più visibili le nostrre proposte. Riscontriamo una grande partecipazione dal basso, come mai è avvenuto in passato, e la regione ci sta proponendo un modello diverso da quello prospettato dal governo. Il presidente della regione l'ha definito un patto tra pari, in cui le scelte si giocano assieme. Però, mi chiedo: istituzioni, imprese e sindacati saranno pari anche dopo i provvedimenti del governo per Taranto? Anche dopo il Jobs act, che ridisegna i rapporti di forza all'interno del mercato del lavoro e i diritti in capo ai lavoratori?" si è domandato l'esponente della Cgil emiliana.

"Secondo noi, con il Jobs act niente è più come prima, e la questione non è di fare ognuno il suo, ma di avere un obiettivo comune e vedere con quali strumenti raggiungerlo; quindi, il problema non è la responsabilità di ognuno, ma lo sviluppo, andando a competere con il Jobs act sul costo del lavoro e il licenziamento. Noi pensiamo che ci sia un altro modello: si compete nel momento in cui il lavoratore è coinvolto, partecipa e ha condizioni di lavoro sui diritti che sono quelli precedenti alla riforma del mercato del lavoro del governo Renzi", ha rilevato ancora Colla. 

"Nell'ultimo direttivo nazionale la Cgil ha detto che la contrattazione sarà uno degli strumenti attraverso cui contrastare gli effetti negativi del Jobs act. Una contrattazione non solo a livello nazionale ma anche aziendale e territoriale: Il Patto per il lavoro ne è parte integrante, ovviamente abbiamo condiviso il percorso sancìto nel comitato direttivo: faccio un esempio, una delle cose che chiederemo nel patto è rendere esigibile e utilizzare su larga scala in questa regione l'accordo Ducati e Lamborghini, che rappresenta un'innovazione assoluta per modalità contrattuale. Lì, abbiamo contrattato una dualità emiliana, coinvolgendo istituti tecnici pubblici, facendo operazioni di recupero di ragazzi che avevano lasciato la scuola, poi rimessi dentro un laboratorio dedicato. Percepiscono 600 euro al mese, e alla fine entrano in possesso del diploma, con la possibilità di un posto di lavoro. Questa è l'operazione che vogliamo fare su larga scala nella nostra regione, recuperando un'idea di risposta reale ai giovani", ha sottolineato il leader della Cgil emiliana.

"Al tavolo con la giunta
, abbiamo condiviso nove piattaforme manifatturiere e industriali: dalla filiera agroalimentare a quella del packaging, dal distretto del turismo alle macchine automatiche, che per noi rappresentano l'idea di sviluppo. È ovvio che in questa operazione va ridisegnata un'idea del produrre compatibile con il nostro ambiente. Una delle grandi operazioni sarà proprio quella di mettere in sicurezza il nostro territorio, che non vuol dire solo occuparsi di frane e allagamenti, ma intervenire anche dal punto di vista tecnologico e innovativo", ha aggiunto Colla.

"Un altro argomento al centro della discussione riguarda la legalità, dopo l'inchiesta che ha squarciato il velo sul radicamento della criminalità all'interno del sistema emiliano-romagnolo. C'è un fatto che deve far riflettere tutti, anche il sindacato: c'è stata una politica che ha dormito rispetto a cosa stava succedendo nel mercato del lavoro. Vedo una reazione positiva da parte di istituzioni e organizzazioni sindacali, ma non basta. Noi ci battiamo affinchè il patto per il lavoro diventi anche un patto per la legalità e vogliamo lanciare la proposta di un testo unico sugli appalti, con un'idea nuova di come gestire soldi pubblici e privati nella legalità. È un fatto molto importante e vedo una disponibilità in tal senso da parte della giunta a fare operazioni innovative sulla gestione degli appalti. A tale riguardo, abbiamo già fatto un incontro, dove è stata fatta un'analisi congiunta su cosa è successo dentro la crisi a livello europeo, fino alle dinamiche su scala nazionale e regionale. Poi è stato consegnato un indice con elencate sei aree d'intervento. Su quello, si aprirà il confronto, il più possibile costruttivo, con tutti gli interlocutori", ha concluso il sindacalista.