Dal 3 al 5 marzo si va al voto per il rinnovo delle Rsu nei settori del pubblico impiego e della conoscenza. Di previsioni non se ne fanno, come è ovvio. Ma l’atmosfera che si respira, la voglia di partecipazione tra i lavoratori – anche a fronte dei tanti attacchi subiti negli ultimi anni – spinge verso l’ottimismo. Per questa tornata elettorale c’è una novità importante: saranno per la prima volta chiamati a eleggere i loro rappresentanti nei luoghi di lavoro anche i precari. Un primo, importante, tassello – sul fronte della democrazia sindacale – verso la riunificazione del mondo del lavoro.

I lavoratori pubblici arrivano a questo appuntamento con tanti nodi da sciogliere
. A cominciare dal fatto che, anche per loro, il governo Renzi non ha affatto “cambiato verso”. Continua, infatti, il blocco dei contratti e, per la scuola, quello degli scatti di anzianità. Persiste la volontà di ridimensionare il ruolo del sindacato e della contrattazione, con un’idea di religificazione e centralizzazione che si innesta senza soluzione di continuità sul sentiero già tracciato da Brunetta. Si tratta, insomma, di un voto importante in una fase in cui è sotto attacco l’idea stessa di partecipazione e democrazia nei luoghi di lavoro.

La Flc ha presentato a livello nazionale liste in oltre il 94 per cento delle sedi di voto, il 2 per cento in più rispetto alle precedenti elezioni, con una forte presenza di personale precario. La presenza è omogenea in tutti i comparti, con una punta del 96 per cento nelle Università. In 55 province le liste sono state presentate in tutte le sedi. Per Domenico Pantaleo, segretario generale della categoria Cgil, “si tratta di un risultato straordinario frutto dell'impegno dei nostri dirigenti e attivisti. Ma questo risultato non sarebbe stato possibile senza le migliaia di lavoratrici e lavoratori dei settori della conoscenza che hanno dato la disponibilità a candidarsi o a svolgere gli altri importanti ruoli previsti per queste elezioni”. Ora, aggiunge il sindacalista, “il nostro impegno sarà ancora più intenso per consolidare e allargare il nostro consenso”.

Soddisfazione anche in casa Fp: le stime parlano di 50.000 candidati nelle sedi in cui si svolgeranno le elezioni (circa 10.000). Segnali positivi arrivano per esempio dalla Lombardia dove le liste della categoria Cgil saranno presenti in 1.250 enti, il 71 per cento di quelli ove sono previste le Rsu (1.752), con una crescita del 2 per cento rispetto alla scorsa tornata. Altro dato di soddisfazione, niente affatto scontato alla vigilia, la voglia di partecipazione attiva da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Sono circa 4.500 le candidate e i candidati presenti in lista, un numero che non risente del significativo calo di addetti, che in un triennio sono passati da oltre 175.000 a quasi 163.000.

“Le elezioni delle Rsu sono più di un'opportunità – dice Rossana Dettori, segretario generale della Fp –. Rappresentano la possibilità di riconquistare spazi di democrazia partecipativa per i cittadini nei luoghi di lavoro e nella società. Le Rsu sono una grande potenzialità anche per il resto del paese, perché è importante riconquistare la nostra capacità di rappresentanza delle esigenze dei cittadini. Se la politica ci sfida sul terreno della rappresentanza, l'elezione delle Rsu nei posti di lavoro deve essere la nostra risposta”.