“Le primarie svolte da Pd e Sel, pur con i limiti e le contraddizioni emerse nella composizione definitiva delle liste, hanno avviato un cambiamento importante e necessario in tema di partecipazione democratica: le donne hanno ottenuto ovunque ottimi risultati, dimostrando la volontà di esserci e la capacità di raccogliere consenso. Un passo nella direzione di quella democrazia paritaria che è indispensabile per il rinnovamento della politica e della società italiana”. Parte da un apprezzamento di carattere generale una nota del comitato romano di Se non ora quando? sulla presenza delle donne alle prossime elezioni regionali. Un apprezzamento cui seguono però parole preoccupate su quanto potrebbe accadere, appunto, nell'appuntamento elettorale del Lazio.
“A livello territoriale – si afferma infatti nella nota – nutriamo motivi di forte preoccupazione. Nelle elezioni regionali del Lazio, a differenza di altre regioni, si voterà con la vecchia legge elettorale a preferenza unica che è fortemente penalizzante per le donne. Rischiamo si ripeta quanto avvenuto nel 2010: su 73 consiglieri regionali soltanto 10 donne, di cui 7 nel listino: un vulnus democratico che ha pesantemente condizionato la vita e l’attività del consiglio regionale in questi ultimi anni”.
“Chiediamo perciò a tutti i partiti di prevedere una presenza paritaria di donne nella composizione delle liste per il rinnovo del consiglio regionale del Lazio – prosegue il commitato romano di Se non ora quando? –, ma soprattutto un impegno concreto per sostenere le donne candidate anche dal punto di vista organizzativo e dare loro visibilità nella campagna elettorale, in modo da ottenere un numero congruo di donne elette”.
“Chiediamo altresì ai mass media di garantire il rispetto della ‘par condicio di genere’ nelle trasmissioni per la comunicazione politica, così come peraltro previsto dall’art. 4 della legge 215 entrata in vigore il 26 dicembre 2012 e richiamata dalla delibera della Commissione di vigilanza Rai. Crediamo sia giusto e utile per il nostro paese, e la nostra regione, che sia candidato ed eletto il più alto numero possibile di donne, forti e autorevoli, che possano impegnarsi, con vantaggio per tutti, a modificare la realtà quotidiana e l’immagine di tutte le donne, per raggiungere una autentica parità nella vita economica e sociale, nelle relazioni familiari, nell’informazione e nella comunicazione, e naturalmente nelle istituzioni”.
“Senza le donne – è la conclusione – non si governa - bene! - nulla, né l’Italia né il Lazio”.
Elezioni Lazio, la richiesta: più peso alle donne
Si voterà con la vecchia legge elettorale. Il rischio è di nuovo un consiglio regionale con una scarsissima presenza femminile
11 gennaio 2013 • 00:00