“Nell'edilizia della nostra provincia è sparito l’equivalente in posti di lavoro di mezza Ilva”. Questo, il grido di accusa di Sauro Serri, segretario della Fillea Cgil di Modena, che lamenta come la grave crisi che il settore sta attraversando da cinque anni a questa parte, non riceva la giusta attenzione dalle istituzioni, e come un’emergenza di queste proporzioni non sia segnata a caratteri cubitali nell’agenda politica degli impegni futuri. “La nostra crisi – prosegue il sindacalista – s'inserisce nella crisi italiana del comparto delle costruzioni, che a Modena ha una sua specifica gravità”: nel nostro paese, infatti, sono spariti, nello stesso arco di tempo, 500.000 posti di lavoro, equivalente a un terzo del totale degli addetti, mentre nel modenese il calo è stato del 58 per cento, pari a quasi 7.000 posti di lavoro in meno.

La prima cosa da fare, che la Fillea provinciale chiede a gran voce da mesi, "è ridare risorse finanziarie al settore, cominciando a pagare i lavori pubblici già eseguiti, con il superamento dei vincoli del Patto di Stabilità. Poi, serve un diverso atteggiamento da parte delle banche verso le imprese edilizie, a cui non vengono dati i crediti necessari per l’avvio dei lavori". Nella Bassa modenese ci sono tanti lavori da fare per la ricostruzione post-terremoto, “ma se le nostre imprese edili non riescono ad avere credito per avviare i lavori (sono già tutte fortemente esposte per effetto della crisi e per i mancati pagamenti degli enti pubblici per lavori fatti), il rischio – afferma Serri – è che imprese dotate di disponibilità finanziarie si aggiudichino i nuovi lavori e le modenesi rimangano escluse”.

Anche nei primi lavori post-ricostruzione già fatti, quali l’installazione dei moduli abitativi provvisori, si è verificato il paradosso che i lavori siano stati compiuti prima della firma dei contratti. “Auspichiamo che i sei miliardi, resi disponibili dalla Regione, siano messi concretamente e velocemente a disposizione delle aziende, tramite gli istituti di credito”, aggiunge il segretario della Fillea. Le risorse finanziarie sono necessarie per far ripartire le aziende, per ridare fiato al settore edile, e allo stesso tempo far ripartire tutta l’area Nord così duramente colpita dal sisma. Contemporaneamente, si chiede di tenere alta la guardia rispetto al rischio di infiltrazioni di imprese malavitose negli appalti pubblici e privati della ricostruzione post-terremoto. Perciò, è assolutamente necessario diffidare di imprese che offrono lavori a prezzi inverosimili, con cui non si riuscirebbe a pagare neppure il costo contrattuale di un lavoratore. “Anche i privati sono avvisati: se accettano di farsi fare lavori a tre euro l’ora, sanno che si mettono nelle mani di delinquenti”, conclude Serri.