"Da otto anni, stiamo affrontando la crisi più devastante dal dopoguerra ad oggi. Devastante anche in termini relativi, perché si tratta di una crisi strutturale e congiunturale insieme, a cui dobbiamo assommare gli effetti nefasti delle politiche scelte dal Governo per combattere il trend negativo delle costruzioni, che hanno esposto ancora di più il settore all’irregolarità, alla frammentazione produttiva, con un’assenza di politiche industriali e di prospettive di sviluppo in termini di riqualificazione delle imprese e del lavoro". Così Walter Schiavella, segretario generale della Fillea, stamattina ai microfoni di Radio Fillea, la rubrica di RadioArticolo1 (ascolta il podcast integrale).

"I tre giorni di mobilitazione da noi organizzati, che hanno preso il via oggi con lo sciopero di otto ore degli addetti alla manutenzione autostradale, rappresentano la sintesi della situazione drammatica che stiamo vivendo – ha continuato il dirigente sindacale –: in teoria, tutti sono d’accordo nell’abolire lo strumento del massimo ribasso dalle gare d’appalto, ma nel testo di legge licenziato dal Consiglio dei ministri, relativo al nuovo Codice degli appalti, resterà nell’80% dei casi, per volere delle varie lobby presenti in Parlamento. Nello stesso tempo, tutti sono d’accordo nel garantire la sicurezza dei lavoratori e delle nostre autostrade, ma poi è sparita la reinternalizzazione di quei lavori nel comparto. Inoltre, di fronte a una politica 'da supermercato' come quella attuale, in cui dall'estero tutti vengono a comprare le nostre eccellenze industriali, un pezzo di storia del nostro Paese - mi riferisco a Italcementi -, viene acquisito nel sostanziale silenzio del Governo da una multinazionale tedesca, Heidelberg cement, rischiando di sottrarre ai lavoratori del gruppo il loro futuro e privando il Paese di una grande ricchezza produttiva".

"In più, dobbiamo aggiungere la realtà di morti inaccettabili sul lavoro, come le ultime due avvenute nei giorni scorsi nelle cave di Carrara, per cui andiamo in piazza il 28 aprile, nell'ambito della Giornata mondiale dedicata alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro – ha rilevato il leader Fillea –. Lo sciopero nazionale dei lapidei è per ricordare tutti i caduti sul lavoro nel comparto delle cave, dove negli ultimi anni si sono contati nove morti. Quella di domani sarà un giorno dedicato non solo al ricordo, ma anche alla mobilitazione e alla lotta, con un sit-in e un flash mob organizzati a Roma, in piazza Montecitorio. Quando un lavoratore muore durante lo svolgimento dell'attività è una sconfitta per il Paese e anche per il sindacato, e non può considerarsi una semplice fatalità. Non possiamo rassegnarci e perciò ci stiamo interrogando su cosa possiamo fare di fronte a eventi del genere; ad esempio, possiamo migliorare l’organizzazione del lavoro, la prevenzione, la formazione, la bilateralità. In questi anni, la deregolamentazione del settore, il ricorso sistematico a una politica di costi al ribasso ha causato un aumento esponenziale delle aree dell’illegalità, rispetto a cui prevenzione e contrattazione non bastano più. Molte zone del Paese sfuggono ai pochi controlli che si fanno e risultano poco efficaci anche le relative sanzioni".

"Se nel caso di incidente stradale mortale – ha concluso Schiavella –, è stato introdotto il reato di omicidio stradale, noi riteniamo si debba fare la stessa operazione introducendo il reato di omicidio sul lavoro, per punire, una volte accertate, le responsabilità dell’impresa nell'ambito di un incidente mortale sul lavoro. Nel contempo, pensiamo alla sospensione della concessione per quegli imprenditori che non garantiscono nè rispettano le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. L’effetto deterrente deve essere molto forte, assieme a un forte apparato di controllo da potenziare: su questo, stiamo costruendo un pacchetto di proposte".

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