Dodici proposte per il Mezzogiorno,che disegnano una nuova strategia di sviluppo e che potrebbero essere già inserite nella legge di Bilancio.  È quanto propone il  documento unitario inviato dai segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil Gianna Fracassi, Angelo Colombini, Ignazio Ganga e Ivana Veronese al ministro per la Coesione territoriale e Mezzogiorno Barbara Lezzi.

“Il rilancio del Mezzogiorno richiede con urgenza una politica economica non più soltanto orientata al superamento della crisi, ma espansiva e capace di far ripartire la produzione e i servizi, oltre che a generare quel processo di ridistribuzione della ricchezza che è mancato in questi anni”, si legge nel testo.

Per Cgil, Cisl e Uil, infatti, il rilancio del Mezzogiorno non deve essere demandato “solo e soltanto ai fondi comunitari e al fondo sviluppo e coesione”, risorse tra l’altro quasi integralmente assegnate e programmate. “Negli anni – scrivono i sindacati - vi è stato un sostanziale e graduale abbassamento dei trasferimenti sia per la spesa di parte corrente, sia per la spesa in conto capitale”. Per questo le tre confederazioni chiedono che “i trasferimenti di risorse o gli interventi della pubblica amministrazione allargata siano effettuati in base alla percentuale della popolazione residente (clausola 34%)”.

Inoltre, tra le istanze avanzate da Cgil, Cisl, Uil ci sono: un piano di investimenti per le opere infrastrutturali, completando alcuni grandi assi viari e ferroviari, investimenti per una rete intermodale che connetta efficacemente territori e persone. Ma anche incentivi selettivi e condizionati per stimolare investimenti privati in settori strategici e occupazione di qualità; supportare e  rendere operative le Zone Economiche Speciali, oltre che investimenti per la prevenzione, manutenzione e messa in sicurezza del territorio e degli edifici, unitamente ad un piano per la infrastrutturazione energetica e digitale. Servono poi investimenti pubblici per l’infrastrutturazione sociale, in particolar modo su sanità, servizi sociali e istruzione; e un fondo statale destinato alla progettazione di opere pubbliche specifico per il Mezzogiorno, con una dotazione iniziale di almeno 500 milioni di euro; un nuovo modello di governance delle politiche industriali e di sviluppo.

“Sulla base di queste proposte - scrivono in conclusione Fracassi, Colombini, Ganga e Veronese - misureremo la volontà del Governo di confrontarsi con le forze sociali e valuteremo il grado di attenzione che pone per la coesione economica, territoriale e sociale”.