"A fronte dell’accavallarsi di stesure diverse e di voci circa lo spacchettamento del provvedimento o il rinvio dell’esame in Consiglio dei ministri, mi stupisce che il decreto sanità contenga ancora una volta norme che modificano il servizio farmaceutico senza alcuna concertazione. Troppe modifiche intervenute nell’arco di pochi mesi hanno già avuto un pesante impatto sul settore e le farmacie sono costrette ad operare tra gravi difficoltà, senza certezze e senza poter, quindi, effettuare quella programmazione indispensabile a qualunque struttura per mantenere un buon livello di efficienza". Lo afferma in una nota Annarosa Racca, presidente di Federfarma.

"Il provvedimento sembra apparentemente perseguire l’obiettivo di mantenere una dislocazione capillare della farmacia sul territorio, in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini. In realtà però – osserva Racca – prevede la cancellazione della norma che impone una distanza minima tra una farmacia e un’altra, cioè l’ultima norma ancora rimasta volta a impedire che le farmacie si collochino sul territorio a loro piacimento, senza porre attenzione all’interesse collettivo. Se, pur di stare vicina al centro commerciale che richiama più visitatori, una farmacia si avvicina a un’altra, molti cittadini non avranno più una farmacia facilmente raggiungibile".

"Con l’abolizione del parametro oggettivo della distanza minima - conclude Racca - la dislocazione di una farmacia diventa discrezionalità del Sindaco che rischia sia di essere oggetto di sollecitazioni da parte dei soggetti interessati, sia di incorrere in una situazione di conflitto di interesse nel caso il Comune abbia una propria farmacia comunale".